AIX-EN-PROVENCE, FRANCIA, 2 OTT – Ryanair non può lavorare in Francia e assumere i suoi dipendenti con contratti irlandesi e senza pagare tasse e contributi quanto fanno le altre compagnie. Una sentenza ha condannato la compagnia aerea low cost irlandese a 200 mila euro di multa e a 10 milioni di euro di danni ed interessi per non aver rispettato il diritto del lavoro francese all’aeroporto di Marsiglia-Marignane. Lo ha deciso oggi, 2 ottobre, il tribunale di Aix-en-Provence, nel sud della Francia. Ryanair ha già fatto sapere che farà appello.
Ma la sentenza crea di fatto un precedente. Perché anche in Italia si è verificata una situazione analoga: la procura di Bergamo ha messo sotto indagine la compagnia low cost perché i suoi dipendenti italiani erano “tassati all’irlandese”. Ma Michael O’Leary (Ceo di Ryanair) ha deciso di riparare iscrivendo a gennaio 2013 la sua azienda alla Camera di Commercio di Bergamo.
Tornando alla sentenza francese, non saranno confiscati invece i ”beni serviti a commettere l’infrazione”, tra cui quattro Boeing 737 stazionati a Marignane tra il 2007 e il 2011. La compagnia ha annunciato in un comunicato che ricorrerà contro questa ”decisione negativa e contro ogni tentativo delle autorità francesi di esigere il rimborso dei contributi già interamente versati in Irlanda”.
La compagnia leader del low cost in Europa è accusata da ex dipendenti e dall’Ursaff, l’ente che raccoglie i contributi sul lavoro in Francia, di non aver rispettato il diritto del lavoro francese e di non aver versato i dovuti contributi. Secondo le autorita’ francesi dal 2007, e fino al 2011, Ryanair ha utilizzato la base di Marsiglia-Marignane senza aver mai dichiarato la sua attività al registro del commercio e all’Ursaff. I 127 dipendenti dello scalo marsigliese erano assunti con contratto di lavoro irlandese.
Un decreto del 2006 prevede invece che le compagnie estere basate in Francia siano sottoposte al diritto del lavoro locale. I 10 milioni di euro di danni ed interessi dovranno essere versati alle parti civili, tra cui l’Ursaff e il Pole Emploi, il centro per l’impiego francese.