
(Foto d'archivio Ansa)
Secondo l’ultimo rapporto mondiale dell’ILO (l’Organizzazione Internazionale del Lavoro), l’Italia è il fanalino di coda del G20 per quanto riguarda i salari. Dal 2008, il valore reale delle retribuzioni è sceso dell’8,7%, nessun altro Paese ha fatto peggio. Ma i salari bassi non sono l’unico problema. Dal 2021 al 2024, ben 4.442 persone hanno perso la vita sul lavoro. Solo tra lunedì e martedì a Vajont un operaio di 22 anni è morto colpito da una scheggia incandescente; a Sant’Antonio Abate un altro lavoratore è rimasto ucciso dopo essere stato intrappolato in un nastro trasportatore; nei pressi di Orvieto, un 38enne è stato investito mentre operava in autostrada.
Oltre ai salari e alla sicurezza, ci sarebbe poi il tema della precarietà. Ma a chi le chiede conto dei problemi, di solito la premier Giorgia Meloni sfodera i dati sull’occupazione: “Dai tempi di Garibaldi l’Italia non ha mai avuto più occupati di adesso” è la sua frase preferita. Ma anche ai tempi della schiavitù, bisogna ammetterlo, l’occupazione era davvero da record. Davvero vogliamo continuare a far finta di niente?