Salari fermi da 30 anni, un dipendente su 4 a 1000 al mese. Ricchezza privata aumenta, ricchezza di chi?

Salari reali in Italia fermi, stagnanti da circa 30 anni. Nello stesso periodo, calcola Ocse, in Francia e Germania salari reali aumentati del 30 per cento e del 5 per cento in Spagna (per salario reale si intende non il valore “facciale della retribuzione che ovviamente nel tempo si incrementa ma sia il potere d’acquisto del salario che la quota di Pil che va appunto al monte salari). 

Monte salari fermo e niente scale

Se il monte salari in Italia è sostanzialmente fermo da tre decenni, fermo nella sua mole complessiva, le scale per scalarlo appunto sono state ritirate. E una gran folla di salariati si affolla alla base della montagna. Sono 18 milioni i lavoratori dipendenti in Italia e uno su quattro di loro riceve un salario intorno ai mille euro al mese. Un salario che con molta difficoltà può essere definito di sopravvivenza.

Ma la ricchezza privata…

La ricchezza privata, la ricchezza delle famiglie, quella visibile, aumenta. Anche nel 2020 della pandemia, anche nel 2021. Aumentano i soldi depositati in banca o investiti in Fondi o Assicurazioni. E aumentano con ordini di grandezza di centinaia di miliardi a gradino annuale. Aumenta la ricchezza e la patrimonializzazione visibile e tracciabile, è più che lecito supporre aumenti ancora di più la ricchezza e la patrimonializzazione sottratta alla visibilità.

Il convento povero, i frati…

Se salari fermi, se un lavoratore dipendente su quattro sta a mille euro al mese, di chi la ricchezza privata che aumenta? Secondo le dichiarazioni dei redditi degli italiani è una ricchezza di nessuno. Solo 500 mila contribuenti (1,2% del totale) dichiarano più di 100 mila euro annui di reddito. E complessivamente solo il 13 per cento dei contribuenti italiani dichiara redditi lordi compatibili con i, traguardo dei duemila netti al mese. Tutti gli altri, 87 per cento dei contribuenti italiani, dichiara di stare sotto i duemila veri al mese. Arricchirsi o anche solo risparmiare sotto i duemila al mese è impossibile.

Anche con duemila al mese di reddito non si partecipa certo all’aumento della ricchezza privata. Dunque, incrociando i dati di dichiarazioni fiscali, livello dei salari e patrimonializzazione manifesta, appare un aumento della ricchezza privata impossibile se tutti i dati avessero riscontro nella realtà economica e sociale. Il convento Italia dichiara una quasi insostenibile povertà collettiva, ma qualcuno dei frati aumenta la sua privata ricchezza. Quali frati?

Per esclusione andando…

Ad aumentare la loro ricchezza privata e delle loro famiglie sono i 18 mln di lavoratori dipendenti? Alcuni sono iper protetti, non mancano scarse produttività e manomorte sindacali, però il monte salari è lì a dire che il lavoro dipendente è al palo, non può essere questo comparto ad alimentare l’aumento di ricchezza privata. E i mille al mese per uno su quattro dei 18 milioni di lavoratori a stipendio dicono che questo comparto socio-economico, il lavoro dipendente, non accumula ricchezza, anzi complessivamente ne perde. 

Ad aumentare la loro ricchezza privata e delle loro famiglie sono i circa 20 milioni di pensionati? Molte pensioni sono erogate di fatto in assenza o quasi di contributi pagati, moltissime pensioni sono di fatto precoci o iper precoci, la quota di Pil destinata alle pensioni è abnorme rispetto ad altri comparti di welfare, però le pensioni deperiscono quanto a potere d’acquisto e non consentono certo accumulo di ricchezza privata.

Ad aumentare la loro ricchezza privata e delle loro famiglie sono i quattro/cinque milioni di percettori di sussidi alla reddito di cittadinanza? I miliardi, troppi, erogati in reddito e pensione di cittadinanza e in sussidi in denaro di altra natura e provenienza (Regioni-Comuni) sono spesso facile conquista per chi non ne avrebbe diritto. Sono quei soldi pubblici talvolta, anzi spesso, spreco e soprattutto di fatto premio e bottino di chi allunga le mani, simula indigenza e ottiene favore.

Uno Stato, una Pubblica Amministrazione e una società civile che praticano e accettano, quando non invocano, 150 mld di esenzioni e agevolazioni fiscali, decine e decine di bonus fiscali si predispongono ad accudire e coltivare la pesca di pubblico denaro da parte di chiunque abbia una qualsiasi canna da pesca (il pesce Stato abbocca anche senza esca). Però di reddito o pensione di cittadinanza, anche se indebiti, magari si ruba ma non ci si arricchisce.

Allora la mafia, i poteri occulti e forti?

Mafia, criminalità organizzata e poteri forti e occulti (di questi occulti magari ce n’è, forti molto meno) per definizione se aumentano la loro ricchezza non lo fanno in maniera visibile e rilevabile.

Allora i maledetti ricchi?

I ricchi chi? Quel mezzo milione di contribuenti italiani che viaggiano dai cinquemila netti al mese in su? Solo loro e tutta loro la ricchezza privata che cresce? Depositi bancari e investimenti finanziari e patrimonializzazione dicono che non è così: non tutti quei 500 mila sono “ricchi” e i ricchi sono in Italia molti di più.

E allora, allora, allora?

Il lavoro autonomo e delle professioni profondamente si offende se a questo punto resta indiziato come produttore e detentore della ricchezza privata che aumenta. E ha i suoi buoni argomenti: la relativa contrazione dei consumi in primo luogo. Ma lavoratori dipendenti di certo no, pensionati nemmeno, assistiti a buono o cattivo titolo da redditi sociali nemmeno, catene del commercio, intermediazione e delle professioni neppure, allora di chi è questa ricchezza privata che aumenta? Tutta e sola di “cattivi” senza volto e identità sociale?

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