BERLINO – Quale sarà il prezzo che pagheranno le banche per salvare Atene? Il debito greco fa litigare la Banca centrale europea e la Germania, preoccupata di doversi sobbarcare tutto il peso.
All’Unione europea si cerca una mediazione con Berlino che proprio ieri, 10 giugno, ha approvato una mozione a favore di nuovi prestiti alla Grecia, ma non vincolante, con un’esplicita richiesta d’intervento alle banche.
Che gli istituti di credito si muovano è il desiderio del ministro delle finanze tedesco Wolfganf Schauble, ma alla Bce non la pensano proprio allo stesso modo visto che Juergen Stark, membro del comitato esecutivo, ha dichiarato che la partecipazione del settore privato “deve essere puramente volontaria e non deve tradursi in un fallimento”.
Per il nuovo piano di salvataggio della Grecia, ha continuato Stark, ”non è necessario un coinvolgimento del settore privato. Bisognerebbe pensarci due volte sull’idea di un coinvolgimento del settore privato. Con un forte impegno delle autorità greche, ritengo che non ci sia necessitàdella partecipazione del settore privato”, ha spiegato Stark precisando che ”la Bce non è contraria al coinvolgimento di privati ma le condizioni devono essere chiare. La partecipazione deve essere puramente volontaria e non determinare un default. E’ tempo di bloccare queste discussioni sterili. La vera questione è il programma di risanamento della Grecia e che venga pienamente implementato”.
Stark ha poi avvertito che la Bce ”ha le sue regole e questo significa che qualunque sarà la decisione finale, alla base c’e’ il presupposto che la Bce continui ad accettare titoli greci come collaterale. Ma questo resta da vedere”.
Per cercare di superare l’impasse venutosi a creare, i ministri delle Finanze dei 17 Paesi dell’eurozona si sono dati appuntamento martedì prossimo a Bruxelles per una riunione straordinaria che si annuncia ad alta tensione.
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