Ecco tutti i passaggi utili al calcolo della base imponibile della sanatoria 2025 confermata nel decreto Omnibus.
La novità di questi giorni, in campo fiscale, è il concordato preventivo biennale. O meglio, il condono 2025, introdotto nel concordato preventivo biennale, che va letto come uno scudo fiscale per i redditi non dichiarati negli anni di imposta dal 2018 al 2022. In pratica, chi aderisce alla sanatoria può regolarizzare la propria posizione fiscale senza incorrere in sanzioni e interessi. Una sanatoria in piena regola, su cui si sono levate già numerose critiche.
Volendole sintetizzare e razionalizzare, tutte queste manifestazioni di biasimo o preoccupazione, potrebbero essere ridotte a tre grandi questioni. La prima, di natura morale: la sanatoria fiscale potrebbe sembrare un bel premio per chi ha evaso le tasse e una schietta penalizzazione per chi, magari faticando, ha sempre rispettato le regole e le scadenze. La perdita di entrate fiscali è la seconda questione sollevata dalle critiche: c’è chi spera che il condono porti soldi in cassa e chi invece sospetta una riduzione delle entrate fiscali a lungo termine (poiché il messaggio implicito potrebbe incentivare, nel futuro, comportamenti evasivi).
Terza questione, di natura giuridica: la sanatoria non sarebbe affatto equa da un punto di vista regolamentare, anche perché chi non aderisce alla sanatoria potrebbe pagarla cara… L’Agenzia delle Entrate potrebbero infatti essere chiamata a intensificare i controlli sui contribuenti che non aderiscono alla sanatoria. Quindi, chi non aderisce potrebbe essere soggetto a sanzioni e interessi su eventuali redditi non dichiarati. Ma chi aderisce alla sanatoria può beneficiare di una riduzione delle imposte dovute, mentre chi non aderisce perde del tutto questa opportunità…
I passaggi per calcolare correttamente la base imponibile per la sanatoria fiscale
Sorvolando su dubbi e critiche, restano le questioni più pratiche. Ovvero come giostrarsi per il calcolo della base imponibile della sanatoria? Il processo si rivela fondamentale per determinare l’importo su cui verranno applicate le imposte sostitutive poi utili a regolarizzare i redditi non dichiarati negli anni 2018-2022.
La base imponibile rappresenta infatti il reddito non dichiarato su cui verrà calcolato quanto versare per mettersi in regola in base alle regole della sanatoria. Il calcolo è necessario per far sì che tutti i contribuenti paghino un importo proporzionato ai redditi non dichiarati. La sanatoria copre gli anni dal 2018 al 2022, e bisogna perciò calcolare il reddito imponibile per ciascun anno di riferimento. Poi si deve applicare l’aliquota ridotta, che varia in base all’indice sintetico di affidabilità (ISA).
Si paga dunque il 5% con punteggio ISA pari a 10. Si sale a 10% con punteggio tra 8 e 10. 20% con ISA tra 6 e 8, 30% con ISA tra 4 e 6, 40% con punteggio tra 3 e 4 e, infine, 50% se l’indice è inferiore a 3. Sarà ovviamente l’Agenzia delle Entrate ad associare a ogni debitore l’ISA più opportuno stabilendolo attraverso una media che prende in considerazione indicatori elementari di affidabilità e di anomalia.