ROMA – Sono state 666 le giornate di sciopero nel 2013. Un numero “diabolico” che si traduce in quasi due scioperi al giorno, stando ai numeri presentati dal Garante per gli Scioperi nella sua relazione annuale, che richiama ad un uso meno “sconsiderato del diritto allo sciopero” che rischia così di tradursi in uno “sterile rituale”.
Il presidente della Commissione sul diritto di sciopero Roberto Alesse sottolinea che il dato è stabile rispetto all’anno precedente, ma testimonia altresì una fase di alta conflittualità determinata soprattutto dalla crisi.
Trasporti (aereo, marittimo, ferroviario e su gomma), igiene ambientale (raccolta e smaltimento dei rifiuti), sanità e giustizia sono stati i settori più bersagliati. Nei trasporti ”la somma degli scioperi sia nazionali, che locali, registra, nell’anno di riferimento, ben 293 astensioni” ha detto il Garante. Lo stato di crisi in cui versa soprattutto il trasporto pubblico vede tra le sue cause,
”in primo luogo, il fatto che molte Regioni hanno avvertito spesso la necessità di impegnare gli appositi fondi a loro assegnati per far fronte ad altre situazioni di emergenza, come quella rappresentata dal settore sanitario”.
La proliferazione della astensioni è dilagata nelle varie città italiane: la sola città di Roma è stata interessata, nel 2013, da ben 20 giornate di sciopero. Alesse ha poi evidenziato che:
”L’andamento del conflitto nei servizi essenziali risente indubbiamente dal perdurare della crisi economica e finanziaria che ha investito gran parte dei Paesi dell’Euro-zona, con effetti recessivi che si manifestano sia nel settore pubblico, che in quello privato. Una situazione, questa, che contribuisce a mantenere, anche in Italia, la tensione sociale oltre un certo livello d’allarme. Del resto, le politiche di restrizione della spesa pubblica, per ciò che qui si rileva, si abbattono, su scala nazionale, non solo sul fronte dei mancati rinnovi contrattuali, ma anche, e soprattutto, su quello da cui deriva una sensibile riduzione dei vari livelli occupazionali”.
L’appello di Alesse è che il governo faccia ripartire al più presto un Tavolo di confronto per il rinnovo del contratto nel trasporto pubblico locale. Il rischio è “effetto domino” che la proclamazione degli scioperi nel tpl avrebbe sull’intero territorio nazionale.
“L’autorità – ha detto Alesse – non può fare a meno di lanciare un nuovo appello al governo, affinché faccia effettivamente ripartire quel tavolo di confronto tra i sindacati e le associazioni delle imprese del settore del trasporto locale, per evitare che la crisi di questo fondamentale comparto degeneri pesantemente innescando a breve un ‘effetto domino’ senza precedenti su tutto il territorio nazionale”.
I lavoratori subendo “una sistematica perdita delle tutele” finiscono con il “ricorrere con preoccupante frequenza, a forme di protesta spontanea al di fuori delle regole”.