Sciopero rider e bus: gli strizzati provano lo sciopero, i garantiti al centesimo venerdì sciopero

Rider e bus oggi in sciopero in Italia. Ma non scioperano insieme. C’è solo contemporaneità. E i due scioperi non potrebbero essere più diversi e lontani per motivazioni e per condizione sociale, lavorativa e contrattuale di chi sciopera.

Sciopera insieme l’alto e il basso del mercato del lavoro, scioperano quelli che lavorano senza avere un posto di lavoro e scioperano quelli che un posto di lavoro ce l’hanno fisso e garantito anche a prescindere dalla quantità e qualità del lavoro. Scioperano insieme, ma per nulla insieme.

Sciopero Rider, i fattorini. E l’appello ai clienti a non ordinare oggi

Rider, fattorini. Loro un contratto vero e proprio non ce l’hanno. Lo chiedono. O meglio, hanno contratti tipo e modello lavoro precario. Le aziende che presiedono al delivery dicono che, se avessero tutti contratto da lavoro fisso e dipendente, i costi sarebbero eccessivi e comunque non flessibili a misura di domanda di mercato.

Forse in qualche misura è vero che i rider non possono avere contratti da impiegati, però ci sarà pure qualcosa a metà strada tra la semi finzione del lavoro a giornata e il posto fisso. Rider, pagati con un sostanziale cottimo: più corrono più incassano. Rider che comunque incassano poco: il loro guadagno mensile stimabile (ma varia da rider a rider ed è una media) intorno ai mille euro mensili. Mille euro o quelli che siano strasudati.

I rider, non garantiti e super strizzati. Oggi ci provano a fare uno sciopero, ci provano ma sanno che sarà difficile farlo perché chi guadagna così poco fa gran fatica a rinunciare a quanto gli porta anche una sola giornata di consegne. Per il loro sciopero chiedono infatti aiuto anche ai cittadini, ai clienti, li pregano oggi di non ordinare. Rider, se c’è una tipologia di lavoratori cui si attaglia la definizione di sfruttati questa è la loro.

Bus, tram, metro venerdì di sciopero trasporto pubblico. Quasi un’abitudine

Non giunge nuovo lo sciopero del trasporto pubblico e non marcia da solo questo venerdì di sciopero di bus, tram, metro. I lavoratori delle aziende praticamente tutte pubbliche del trasporto urbano vogliono il rinnovo del contratto. Un contratto di lavoro ovviamente ce l’hanno. In cambio offrono qua e là un servizio efficiente accettabile (Milano ad esempio). Qua e là offrono un servizio pessimo se non inesistente (Roma e Napoli ad esempio).

Quale che sia la quantità e la qualità del servizio pubblico che erogano, comunque i lavoratori del trasporto pubblico non sono sottoposti a contrazioni ed espansioni del mercato, non sono precari in nulla, giustamente. Ma non sono flessibili in nulla. Loro lavorano, e scioperano, a prescindere da clienti, chilometraggio coperto, frequenza delle linee. E questo sciopero di venerdì 26 marzo è sotto vuoto rispetto alla realtà di quest’anno esterna alla categoria. Aggiungere un giorno senza bus e metro alle settimane di pandemia non è certo reato ma un gesto di indifferenza civile verso il prossimo questo certo lo è.

I garantiti, il posto pubblico

I lavoratori del trasporto pubblico sono una categoria nella più grande categoria dei garantiti. Non è un peccato sociale essere tra i garantiti. Tanto meno una condizione di cui vergognarsi. Un livello alto di garanzie sul lavoro e la garanzia del lavoro sono anzi diritti. Cui però dovrebbero corrispondere doveri, almeno due: garantire a propria volta un servizio pubblico ai cittadini clienti e non sistematicamente gonfiare di deficit e debito i propri bilanci, tanto paga lo Stato.

Il giorno dei due scioperi

Oggi il giorno dei due scioperi, a mostrate una linea di frattura profonda nel mondo del lavoro e nella stessa società. Lo sciopero nel lavoro che tocca a chi pur lavorando non raggiunge redditi di sussistenza (i rider ma anche tutte le forme di precariato occasionale) e lo sciopero nel lavoro di chi il posto fisso ce l’ha, la garanzia di conservarlo pure e pure il diritto di cercare di migliorare il proprio salario. Ma il diritto a non garantire il servizio di trasporto pubblico ogni giorno che non sciopera, questo no, questo non ce l’hanno.

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