Chi ha soldi, azioni o patrimonio all’estero potrà riportarli in Italia pagando solo il 5% di tasse sul capitale “in esilio” finalmente “rimpatriato”. È il cosiddetto “scudo fiscale”, e sarà introdotto tramite un emendamento al decreto legge anticrisi presentato dal Governo, a quanto annuncia il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Verrà istituita un’imposta straordinaria con un’aliquota del 5% che verrà applicata sulle «attività finanziarie e patrimoniali detenute almeno al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate a partire dal 15 ottobre prossimo e fino al 15 aprile 2010».
L’imposta riguarderà le attività «detenute fuori dal territorio dello Stato, rimpatriate in Italia da paesi Extraeuropei nonché regolarizzate ovvero rimpatriate perché in essere in Paesi dell’Unione europea e in Paesi aderenti allo spazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni fiscali in via amministrativa».
Le opposizioni protestano, per Franceschini «è del tutto evidente che si tratta di un altro condono». Ci va giù duro Di Pietro «un’impunità bella e buona per tutte quelle persone che, dopo aver guadagnato illecitamente denaro, ora, pagando una misera tangente allo Stato, si rifanno la verginità e il portafogli» e Ferrero di Rifondazione comunista: «È uno schifo, una vergogna, un favore che il governo fa a favore dei ricchi ladri. Propongo di abolire il sostituto d’imposta per i lavoratori e i pensionati, in modo da garantire anche a loro la possibilità di evadere allegramente il fisco».
Tremonti si difende, ricordando come anche Obama stia per approvare provvedimenti di amnistia fiscale: «Chiedete ad Obama un parere». Lo scudo fiscale dovrà avere l’ok dall’Europa.