Scuola. 100mila assunzioni slittano. Prof: “Renzi non giochi con vita precari”

Scuola. 100mila assunzioni, nulla di fatto. Rabbia prof precari gelati da Renzi
Scuola. 100mila assunzioni, nulla di fatto. Rabbia prof precari gelati da Renzi

ROMA – Scuola. 100mila assunzioni slittano. Prof: “Renzi non giochi con vita precari”. Il decreto che avrebbe dovuto dar seguito all’annunciata assunzione di 100mila docenti (metà dalla stabilizzazione dei precari) è slittato, si farà, sempre che si trovino i soldi e il Tesoro dia il suo benestare, forse a settembre. E’ facile ricorrere alla metafora della “doccia gelata”, per riferire stupore e rabbia degli insegnanti che alle 20 e 30 hanno dovuto apprendere dal laconico comunicato del Governo (“La riforma della scuola non andrà nel Consiglio dei Ministri di domani”) che non se ne sarebbe  fatto nulla. 

Indignazione e sfiducia per il comportamento del Governo si sono riversati immediatamente sui social network. “Secondo me la verità è che mancano i soldi”, scrive Antonio, un docente umbro, dando voce a quanti non credono neppure al rinvio per motivi di opportunità politica (“troppa carne al fuoco nel Cdm, con giustizia e sblocca-Italia” ha consigliato Napolitano). “La scuola merita uno spazio adeguato” è un’asserzione che può essere letta in maniera opposta: quella di chi giustifica lo slittamento per garantire che la riforma non venga improvvisata, quella di chi, invece, ha creduto alle parole di Renzi secondo cui la scuola è la priorità numero uno.

“Tanto tuonò, che non piovve” dichiara Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, che però se la prende con la strategia comunicativa del premier, mentre sul merito è più indulgente (“la cancellazione del tema scuola dall’ordine del giorno ci lascia in effetti stupefatti, ma anche sollevati, se significa che si è accolto il saggio suggerimento di procedere con dovuta cautela su temi che non ammettono improvvisazioni”).

Di tutt’altro avviso Angela Veltri, del movimento insegnanti precari abilitati e abilitanti (Mida): “Oggi sarebbe dovuta essere una giornata importante. E invece nulla. Eravamo in trepidazione perché nelle graduatorie sono iscritti oltre 500mila insegnanti, tutta gente che aspetta una cattedra da anni. Noi comunque a questo punto quelle 100mila assunzioni le pretendiamo: non si può annunciare la stabilizzazione e poi tirarsi indietro. Significherebbe davvero giocare con la vita delle persone”. 

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