Scuola, la rivolta dei maestri contro l’Enam: l’inutile carrozzone che pesa sullo stipendio

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA

Dovrebbe occuparsi di borse di studio, residenze estive, prestiti, assistenza previdenziale e assistenza sanitaria, ma in realtà è una vera e propria tassa che i maestri pagano sul loro stipendio. Si tratta dell’Enam, l’Ente Nazionale Assistenza Magistrale, a cui gli insegnanti sono iscritti d’ufficio e che sta provocando forti malumori all’interno della categoria. Nonostante i numerosi tentativi, mai riusciti finora, di abolirlo.

Senza aver mai autorizzato l’adesione all’ente, ogni anno maestre e maestri si vedono decurtare dalla propria busta paga l’1% dell’80% (ovvero lo 0,008%). Circa 260 euro. Una cifra non trascurabile, se si pensa che sono circa 400mila, da una quindicina di anni a questa parte, i docenti di scuola elementare e materna. Totale: solamente dai maestri (anche per i direttori didattici a tempo indeterminato delle scuole primarie e materne statali è prevista l’iscrizione d’ufficio) nel 2009 l’Enam ha incassato almeno 11 milioni di euro.

Questa “tassa” sarebbe anche utile, concordano gli insegnanti, se ci fossero reali benefici. Ma non è così: di anno in anno i fondi a disposizione dell’Enam sono diminuiti e sono aumentate, ad esempio, le soglie di accesso ai parziali rimborsi per le spese mediche sostenute. Mentre il prelievo sullo stipendio è rimasto, ovviamente, lo stesso.

A dare battaglia a quella che definisce senza mezzi termini “una tangente mensile” è Beniamino Sassi, dirigente nazionale della Dirpresidi. “Se non si trattasse di un problema assolutamente serio – dice Sassi alla Stampa – verrebbe quasi da pronunciare una battuta scherzosa sullo Stato camorrista che compie estorsioni forzate, a favore di alcuni degni accoliti, legati ad un carrozzone sindacale”. Più precisamente, della Cisl.

“La trattenuta obbligatoria non è autorizzata da alcun Contratto di lavoro – illustra Giluliana Bagliani della Sam, il sindacato Gilda delle maestre, sempre al quotidiano torinese –  e il contratto della scuola è di tipo privatistico, non sarebbe legittimo quindi effettuare l’automatismo della iscrizione all’Enam”.

Nato dalla fusione dell’Istituto Nazionale Orfani dei Maestri con l’Istituto Nazionale di Assistenza Magistrale nel 1947, l’Enam oggi è un Ente pubblico non economico, con personalità giuridica di diritto pubblico, posto sotto la vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione. Dagli anni Settanta è stato più volte inserito nelle liste degli enti “inutili” (l’ultima volta nel 1991) e periodicamente si è discusso su una sua possibile abolizione ma anche questa volta, nonostante i tagli funesti del ministro Tremonti, è sopravvissuto.