ROMA – Il calo dal 23 al 20% dell’aliquota Irpef. Oppure il suo allargamento per estendere anche a redditi medio-bassi l’applicazione dell’aliquota ridotta. O anche il rafforzamento di alcune detrazioni in favore di famiglie, lavoratori e pensionati. Il governo apre il cantiere del fisco.
Nelle prossime due settimane arrivera’ un decreto con ”semplificazioni” per gli adempimenti. Poi, compatibilmente con le risorse disponibili, l’esecutivo potrebbe mettere mano alla maggiore imposta italiana: l’Irpef. Al momento nessuna decisione e’ stata presa e si tratta solo di valutazioni sul tavolo dei tecnici. Ma certo, anche se i tempi non saranno brevissimi, il nodo dovra’ presto essere affrontato, visto che bisognera’ mettere mano alla delega per la riforma fiscale ora in Parlamento.
L’idea che sembra farsi largo e’ quella della restituzione ai cittadini delle maggiori risorse dovute alla lotta all’evasione: si punterebbe cosi’ a programmare – come fece Amato nel 2001 – un intervento di restituzione che modifichi il prelievo Irpef nei prossimi anni, vincolandoli alla previsione dei maggiori incassi.
L’ipotesi di una riduzione la prima aliquota Irpef – rilanciata oggi dal quotidiano La Repubblica – e’ impegnativa, richiederebbe almeno 15 miliardi. L’intervento a cui si potrebbe lavorare – secondo fonti tecniche – potrebbe essere meno tranchant, piu’ elaborato. Riguarderebbe un riassetto, una vera e propria riforma dell’Irpef: non (o non solo) un intervento sull’aliquota, ma il ridisegno delle classi di reddito dei vari scaglioni, magari con un allargamento del primo cosi’ da far rientrare piu’ cittadini nella fascia meno tassata. A questo potrebbe accompagnarsi una ridefinizione delle deduzioni e detrazioni Irpef, con un occhio di favore per famiglie, lavoratori e pensionati. E’ questa la richiesta che arriva dai sindacati.
”Se si abbassa la prima aliquota Irpef anche l’evasore gioielliere paghera’ meno tasse – scrive la Cgil via twitter – mentre intervenendo sulle detrazioni invece si e’ sicuri di aiutare chi le tasse le paga: lavoratori e pensionati”. Piu’ favorevole alle detrazioni e’ anche la Uil che pero’, con il segretario confederali Domenico Proietti – chiede soprattutto di fare un intervento ”subito per contrastare la recessione e favorire la ripresa economica e produttiva”.
Sulle agevolazioni fiscali e’ in corso un lavoro di riorganizzazione da parte del sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani che, prima di entrare nel governo, ha stilato per conto dell’ex ministro Giulio Tremonti uno dei quattro rapporti sulla riforma fiscale. Anche per questo ci vorra’ tempo. Le eventuali risorse che deriverebbero da questo intervento, pero’, sono gia’ prenotate dalla manovra Monti: consentirebbero infatti di ridurre l’aumento dell’Iva dal 21 al 23 che, se non ci fosse questo lavoro di cesello sulle tax expenditures, scatterebbe a partire da ottobre.
Certo e’ invece l’intervento sulle semplificazioni. Il decreto sarebbe in arrivo entro la seconda settimana di febbraio. Solo alcuni giorni fa il direttore dell’Agenzia delle Entrate aveva preannunciato un intervento e espresso il desiderio di avere una dichiarazione di redditi di sole ”due paginette”.
Il decreto, che estenderebbe le semplificazioni anche al settore tributario, conterrebbe, di fatto, interventi di ”manutenzione” del sistema fiscale, alleggerendo adempimenti. Una razionalizzazione – come riportato oggi da Il Sole 24 Ore – potrebbe ad esempio riguardare il debutto dell’Imu, la nuova Ici.
I comuni avranno la possibilita’ di modificare le aliquote fino al 30 giugno mentre il primo versamento e’ previsto per il 16 dello stesso mese. Cosi’ il pagamento della prima rata potrebbe rimanere quello fissato dalla manovra Monti – 4 per mille sulla prima casa, 7,6 per mille sugli altri immobili – per poi tener conto delle modifiche adottate dai comuni al momento del saldo di dicembre.