I senatori americani all’attacco di Goldman Sachs e della sua condotta. L’audizione convocata per far luce sulle accuse di frode mosse dalla Sec nei confronti della banca si p rivelata un tiro al bersaglio da cui i manager dell’istituto hanno cercato di difendersi dalla pioggia di critiche, fra le quali quella che Goldman Sachs ha contribuito a gonfiare la bolla immobiliare all’inizio del decennio per poi approfittare del suo collasso nel 2007.
“Non penso che riceveremo risposte molte chiare”, ha affermato il presidente della sottocommissione permanenente di indagine del Senato Carl Levin, alla luce delle risposte ricevute da Dan Sparks, ex numero uno del divisione mutui di Goldman. Levin ha inchiodato Sparks mostrando estratti di alcune sue email, precisamente otto, e chiedendo come mai Goldman non avesse informato i suoi clienti del fatto che era corta su circa il 50% dei cdo “Anderson” mentre li vendeva loro.
Nel frattempo l’audizione si è trasformata in un “pandemonio”: alcuni manifestanti travestiti da carcerati hanno accolto l’ingresso in aula dei manager dell’istituto agitando cartelli con scritto “shame” (vergogna) e i nomi dell’amministratore delegato di Goldman Sachs Lloyd Blankfein e del manager della banca Fabrice Tourre.
Nel corso della sessione domande e risposte, Carl Levin, ha ripetuto ben 11 volte l’espressione colloquiale “shitty deal” (affare di merda), utilizzata dal senior manager di Goldman Sachs, Tom Montag, in una email datata 22 giugno 2007 e indirizzata al collega Dan Sparks in riferimento alla transazione “Timberwolf I”. Levin ha ripetutamente chiesto a Sparks, presente in aula, di spiegare il significato dell’espressione. Sparks si è limitato a rispondere: “Era riferita alla mia performance che” in quell’operazione “non era stata buona”.
La senatrice repubblicana Susan Collins ha accusato i manager di Goldman di cercare di “perdere tempo” chiedendo ai loro interlocutori di ripetere le domande. Di simile avviso Levin, secondo il quale i manager “stanno cercando di evitare le domande”. Sollevando questioni di natura etica, Collins ha chiesto ai manager di Goldman se avevano mai pensato di agire nell’interesse dei clienti piuttosto che in quello della società. “Credo che abbiamo il compito di servire i nostri cleitni al meglio”, ha osservato Sparks.
Fabrice Tourre, l’unico manager accusato direttamente dalla Sec, ha risposto smentendo «categoricamente» le accuse della Sec: «Mi difenderò in tribunale». Tourre ha spiegato che l’operazione Abacus «non era stata disegnata per fallire. Goldman Sachs non aveva alcun motivo economico per disegnare l’operazione Ac-1 in modo che fallisse».
Il manager ha poi precisato che Aca e Ikb «erano due dei suoi clienti più importanti e non li ho ingannati». «Sono divenuto bersaglio di attacchi senza merito e apprezzo – aggiunge – l’opportunità di apparire davanti alla sottocommissione per rispondere a queste false accuse.