TORINO – L’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne ci rifà e torna a tuonare: dopo aver detto che la sentenza su Pomigliano è roba di “folklore” ora afferma che con l’attuale mercato europeo dell’auto in Italia “c’è una fabbrica in eccesso”. Si riferisce per caso, ancora una volta, a Pomigliano o a Mirafiori? E il suo è un avvertimento, una minaccia o semplicemente una constatazione?
”Se le attuali capacità di assorbimento in Europa resteranno uguali nei prossimi 24-36 mesi – dice Marchionne – c’e uno stabilimento di troppo in Italia. Se riusciamo a indirizzare la capacità produttiva verso l’America, questo problema scompare: ma abbiamo bisogno di tranquillità per produrre in Italia”.
”Continueremo a confermare gli investimenti in Italia a seconda dell’andamento del mercato – aggiunge – che non è mai stato così basso. Se avremo qualche cosa da dire su Mirafiori la diremo, per ora continuiamo a confermare”.
”A Pomigliano – dice poi – non abbiamo fatto alcuna discriminazione, abbiamo assunto 20 lavoratori che nel 2010 erano iscritti alla Fiom’. Domani presenteremo appello”.
Fiat acquisterà, ha poi annunciato Marchionne, il 100% della quota Chrysler ancora detenuta dal fondo Veba ”al momento giusto, quando si creeranno le condizioni. Il 2016 probabilmente è un po’ tardi”, ha aggiunto sulla possibilità che si arrivi alla data ultima fissata dall’accordo con Veba.
”Ci stiamo lavorando, siamo andati oltre la data prevista, ma speriamo di definire l’accordo entro la fine dell’anno”. Così l’ad della Fiat ha risposto a chi gli chiedeva sui tempi della formalizzazione dell’accordo con Sberbank per produrre auto in Russia. ”E’ un problema tecnico, non di sostanza”, ha aggiunto.