Istituita nuova Authority per i servizi postali: agenzia ‘doppione’ dell’Antitrust

ROMA – La direttiva europea sulla liberalizzazione dei servizi postali ha spinto il governo ad istituire l’Agenzia nazionale di regolamentazione del servizio postale, una nuova authority prevista in un comma del decreto legge pubblicato il 29 aprile sulla Gazzetta Ufficiale. Analogamente all’Antitrust e all’Agcom la nuova agenzia dovrà svolgere compiti quali stabilire le tariffe, controllare gli standard di qualità, vigilare sulla concorrenza ed applicare le eventuali sanzioni, in quello che sarà il libero mercato italiano dei servizi postali.

L’agenzia sarà un’autorithy che si avvarrà di un organico di 60 persone e svolgerà le attività prima spettanti alla Direzione generale della regolamentazione postale del Ministero dello Sviluppo. A guida della struttura vi sarà un collegio di tre componenti nominati dal Presidente della Repubblica su designazione del Consiglio dei Ministri. Il mandato è di tre anni, rinnovabile una sola volta e durante lo svolgimento i componenti del collegio non potranno ricoprire altri incarichi di natura pubblica o privata, avere cariche elettive e fornire consulenze.

Non stupisce molto l’istituzione di questa nuova authority, a fronte della direttiva europea di liberalizzazione, ma a stupire nell’Italia degli interminabili tempi burocratici sono i tempi brevissimi in cui si è svolta la designazione del collegio: a soli sei giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta il ministro dello Sviluppo Paolo Romani, autore delle nomine, ha visto confermati alle ‘nuove e vacanti’ poltrone il consigliere di Stato Carlo Deodato, l’avvocato Francesco Soro e Giovanni Bruno del Ministero della Comunicazione. Romani ha inoltre assistito all’esclusione di Mario Fiorentino, direttore generale della regolamentazione postale, proposto al collegio per ragioni di competenza.

I tre designati vantano comunque curriculum di tutto rispetto: Deodato è capo di gabinetto del ministero dell’Innovazione Renato Brunetta, Soro è l’attuale presidente del Corecom Lazio, una piccola authority regionale che si occupa di comunicazioni, oltre che essere considerato vicino a Francesco Rutelli, leader di Alleati per l’Italia. Bruno nel novembre del 2005, al tempo del ministro dell’allora An Mario Landolfi, fu direttore generale per la radiodiffusione del ministero delle Comunicazioni ed ebbe un lungo contenzioso con l’amministrazione di centrosinistra quando scaricato da Paolo Gentiloni, successore di Landolfi al ministero, contenzioso concluso con il ritorno del centrodestra.

Rapidità nell’istituzione di tale agenzia e nelle designazioni delle nomine che sarebbe un vanto per la burocrazia italiana, se il decreto non necessitasse con altrettanta urgenza di correzioni: gli emolumenti fissati a 150 mila euro per il presidente e 120 mila euro per gli altri componenti del collegio non sono adeguati. Le retribuzioni saranno quindi stabilite da un provvedimento del ministero dell’Economia, probabilmente tenendo conto del fatto che ai dirigenti dell’Agenzia non sarà permesso svolgere altre attività e che, durante il mandato, i dipendenti pubblici saranno collocati in aspettativa senza assegno. Una risposta rapida alla creazione di un ente di controllo necessario, ma forse dovrebbe sorprendere che per un authority importante come quella dell’acqua, ad oggi istituita ma non operante, gli italiani dovranno ancora aspettare.

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