ROMA, 5 GIU – Quello dei dispositivi biomedici in Italia è un settore in crescita, che vale 16,8 miliardi di euro l'anno e dà lavoro a 52 mila dipendenti. La fotografia, la prima di questo genere, è stata scattata dal primo Rapporto su Ricerca e Produzione in Italia nel settore dei dispositivi medici, realizzato da Assobiomedica, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e universita' di Milano-Bicocca, e presentato oggi a Roma.
Nel 2010, il fatturato delle imprese censite (2.735 in tutto) e' cresciuto del +4,9% grazie soprattutto alle esportazioni a loro volta cresciute del 14,4% rispetto a un mercato interno che ha fatto registrare una variazione pari al +0,4%. Le Regioni a maggiore concentrazione di imprese sono Lombardia, Emilia-Romagna, con il distretto di Mirandola colpito dal terremoto che produce ad esempio un terzo dei prodotti per dialisi europei e Veneto: "Questo e' un settore che non puo' competere sul prezzo – ha ricordato durante la presentazione Raffaello Vignali, vicepresidente della commissione Attivita' produttive della Camera – ma solo sulla qualita'".
Queste le 'luci', dal lato delle 'ombre', l'associazione segnala che l'Italia e' nelle posizioni di rincalzo per quanto riguarda i brevetti, che ci vedono al quattordicesimo posto al mondo, e il saldo negativo per 1,5 miliardi di euro della bilancia commerciale: "L'obiettivo di questo rapporto – ha dichiarato il coordinatore del progetto Carlo Castellano, vice-presidente di Assobiomedica – è quello di promuovere lo sviluppo del settore puntando alla valorizzazione delle eccellenze della sanità italiana e delle tecnologie mediche, oltre a incentivare gli investimenti in R&S e produzione realizzati dalle aziende sia a capitale italiano che straniero".