ROMA – Sid e anagrafe tributaria: sono i due strumenti coi quali il Fisco potrà vedere tutto quello che accade nei nostri conti correnti, conti di deposito, investimenti in borsa, nelle gestioni patrimoniali, nei rapporti fiduciari, nelle carte di credito e di debito, nelle operazioni extra-conto, nelle cassette di sicurezza (quante volte si accede in un anno), nei certificati di deposito, nei buoni fruttiferi e nei contratti derivati.
Come funziona il Sid, ovvero il sistema di interscambio dati?
Attivo dal 24 giugno, è il canale attraverso il quale gli intermediari finanziari (banche, poste, società finanziarie, fiduciarie, assicurazioni, Sgr, Sim e tutti i soggetti obbligati dal decreto legge 201/2011, articolo 11) comunicheranno con l’anagrafe tributaria, che è l’organismo dell’Agenzia delle Entrate che raccoglierà tutte le informazioni.
Cosa comunicheranno le banche all’anagrafe tributaria, tramite il Sid?
Il saldo iniziale (del conto corrente o conto deposito) al 1° gennaio e il saldo finale al 31 dicembre. In caso di apertura o di chiusura del conto durante l’anno, sarà comunicato il saldo iniziale alla data di apertura o il saldo finale alla data di chiusura.
Poi saranno comunicati i dati identificativi, incluso il “codice univoco”, del conto o del “rapporto finanziario” (conti, azioni, obbligazioni, buoni, etc…). I dati comprendono la persona fisica o non fisica (Es.: in caso di conti intestati a società) e gli eventuali cointestatari che hanno accesso al conto/rapporto finanziario.
Banche e intermediari saranno obbligati a comunicare all’anagrafe tributaria anche i movimenti sul conto/rapporto finanziario. Non i singoli movimenti, ma il totale annuo. Esempio, dei conti correnti verrà comunicato: il saldo iniziale, il saldo finale, il totale degli accrediti ricevuti nell’anno, i totale degli addebiti effettuati nell’anno.
Quali sono le scadenze entro le quali verranno comunicati i dati sui conti all’anagrafe tributaria?
Entro il 31 ottobre di quest’anno dovranno essere comunicate le informazioni relative alle diverse tipologie di rapporti attivi nel 2011; entro il 31 marzo 2014 quelle del 2012, mentre a regime i dati degli anni successivi dovranno essere inviati entro il 20 aprile (per i dati relativi al 2013 la scadenza è il 20 aprile 2014).
Che succederà alla mia privacy?
Il Sid è un sistema totalmente automatizzato. Non è un impiegato che comunica con un altro impiegato, ma è un programma che comunica con un altro programma. Inoltre i dati che confluiranno nel server dell’Agenzia delle Entrate saranno cifrati. La consultazione dei dati – promette il Fisco – verrà protetta da accessi non autorizzati alle informazioni.
Chi non si deve preoccupare del Sid e dell’anagrafe tributaria?
Chiunque abbia ricevuto somme con ritenuta alla fonte: stipendi, eredità, dividendi, cedole di bot o obbligazioni. Ciò che è già tassato è già tracciato e non va giustificato.
Non ha nulla da temere chiunque abbia ricevuto soldi tracciati o tracciabili, tramite bonifico, assegno, pagobancomat o carta di credito. Al limite sarà chi ha emesso il bonifico o l’assegno a doversi giustificare.
In generale non avranno problemi tutti quelli che hanno entrate e uscite coerenti con il proprio reddito; quelli che non mostrano una grande differenza fra il saldo finale e il saldo iniziale; quelli che non hanno prelevato o versato all’improvviso grandi somme sul proprio conto.
Ecco un elenco di quelli che non si devono preoccupare:
Il figlio disoccupato che riceve un bonifico/assegno dal proprio genitore;
il figlio che acquista una casa/macchina con i soldi del genitore;
chi ha tanti soldi da parte in banca ma può giustificarli con una vita di lavoro, con liquidazioni, con vendite di case, beni, etc.;
Chi ha qualcosa da temere dal Sid e dall’anagrafe tributaria?
Il sistema è concepito per far emergere e combattere il “nero”. Quindi per stanare chi fa troppi movimenti non tracciabili, chi preferisce il contante rispetto ai pagamenti elettronici, chi fa acquisti o ha entrate che non giustifica col reddito dichiarato.
Un elenco di quelli che si devono preoccupare:
chi fa un numero eccessivo e ingiustificato di versamenti e prelievi dal proprio conto;
chi fa spese col proprio bancomat/carta di credito non giustificabili col proprio reddito;
chi presenta una grossa e non giustificabile differenza fra il saldo iniziale e il saldo finale del conto;
chi acquista oro o metalli preziosi in quantità non congrua col proprio reddito;
chi acquista case/macchine/barche per cifre incompatibili col proprio reddito;
chi accede tante volte alle proprie cassette di sicurezza senza avere il reddito per giustificarlo;
chiunque presenti grosse incongruenze fra saldo finale del conto, movimenti e reddito dichiarato.
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