Siena, privatizzazione dell’aeroporto. I pm accusano: “Operazione con truffa”

Pubblicato il 21 Febbraio 2011 - 12:57 OLTRE 6 MESI FA

SIENA – L’accusa è di quelle pesanti: una truffa nella procedura di privatizzazione dell’aeroporto. I pm che si stanno occupando dell’inchiesta sullo scalo di Siena hanno ipotizzato che il responsabile della procedura fosse da un’altra parte nel momento in cui veniva apposta la firma decisiva. La vicenda è raccontata da Daniele Martini sul Fatto Quotidiano.

Alle 9 e 30 della mattina del 10 settembre 2007, spiega Martini, “proprio mentre nella sede centrale del Monte dei Paschi al numero 2 di piazza Salimbeni a Siena, veniva avviata la fase cruciale, ufficiale e formale della privatizzazione, il responsabile della procedura, Lorenzo Biscardi, era da un’altra parte. Dove? Quasi sicuramente si trovava in viaggio sull’autostrada del Sole da Roma verso Nord per poi dirigersi attraverso il raccordo Siena-Bettolle a Sinalunga e a San Gimignano. E neppure il giorno successivo Biscardi si trovava dove sarebbe dovuto essere, cioè dove si stavano vagliando le offerte”.

Gli spostamenti di Biscardi sarebbero stati ricostruiti, sottolinea Martini, grazie all’intercettazione delle celle telefoniche del suo telefonino. Stando ai verbali ufficiali della riunione, invece, ricostruisce Martini, “Biscardi non solo sarebbe stato presente all’apertura della procedura di selezione, ma avrebbe consegnato alla commissione di valutazione una serie di atti: i plichi con le offerte presentate dai due concorrenti in lizza, la copia dell’invito a manifestare interesse pubblicato sia sul sito dell’aeroporto di Ampugnano sia sul Sole 24 Ore del 30 giugno 2007, una copia della lettera di invito inviata a tutti i soggetti che avevano manifestato interesse”.

Dunque, è l’ipotesi dei pm, quel verbale potrebbe essere fasullo: “e se è fasullo il verbale – dice Martini – tutta l’operazione di privatizzazione rischia di essere viziata”. Un’operazione in cui, racconta il giornalista del Fatto, sarebbe coinvolto Giuseppe Mussari, presidente del Monte dei Paschi considerato vicino a Massimo D’Alema. Il sospetto, conclude Martini, “è che la selezione dei candidati per la privatizzazione sia stata poco più che una messa in scena e che ci fosse già un vincitore designato, Galaxy, appunto”.