Smart working, le aziende dovrebbero imporre un dress code anche da casa?

Le aziende dovrebbero introdurre il dress code per i dipendenti in smart working.

E’ quanto sostiene l’imprenditrice britannica Michaela Wain, a capo di tre attività nel settore delle costruzioni, infrastrutture e comunicazioni.

Nel corso della trasmissione Good Morning Britain ha parlato di un sondaggio da cui è emerso che al 27% delle donne è stato chiesto di apparire più glamour durante le videochiamate.

Wain ha spiegato che i dipendenti prima delle videochiamate dovrebbero “prendersi cura del proprio aspetto e vestirsi come se fossero in ufficio”.

Alla trasmissione ha partecipato anche Anju Sonaki, fondatore della società di consulenza Anju. Ha sostenuto che “più dell’aspetto conta la produttività”.

Sulla questione, gli spettatori erano divisi. Alcuni erano del parere che vestire in modo smart sia una questione di buon senso, altri hanno invece sostenuto che quando le persone sono rilassate diventano più produttive.

La posizione di Wain. “Penso che le persone dovrebbero attenersi al dress code dell’azienda”.

“Se arrivassero al lavoro come se si fossero appena alzate dal letto, avrei da ridire. Devono avere cura del loro aspetto”.

Ha concluso sostenendo che, come datore di lavoro, istituirà le stesse regole di dress code per uomini e donne.

“Non importa il genere, l’importante è essere eleganti. Tutti i miei dipendenti rappresentano il brand dell’azienda”.

Anju Sonaki la pensa in modo diverso, sostiene che il lockdown ha permesso a molti datori di lavoro di riflettere sul modo in cui lavorano i dipendenti.

“Il lockdown ha mostrato che possiamo pensare e lavorare in modo diverso ed essere comunque produttivi.

“La vera domanda è: ciò che indossiamo influisce sul modo di lavorare?

“Come imprenditore guardo alla produttività e non all’immagine”.

Secondo alcuni telespettatori, l’abito non ha assolutamente impatto sulla prestazione o la produttività ma aiuta a essere più rilassati. (Fonte: Daily Mail).

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