Smart working, è la nuova frontiera dello sciopero. Cambiano i tempi, nuovi diritti si affacciano nel mondo del Lavoro. La post pandemia è ricca di sorprese. Braccia incrociate per il lavoro agile.
Sciopero pilota alle ex Officine Reggiane (1901-2010) che hanno ospitato il primo picchetto organizzato dalla FIOM Cgil. A scioperare per 4 ore ci hanno pensato gli impiegati di una azienda oggi impegnata nella produzione di componenti tecnologiche per automobili. Ha precisato una funzionaria della FIOM, Viola Malandra: ”I lavoratori pretendono il diritto allo Smart working e non da meno l’aumento di salario fisso”.
Spiegano le tute blu:”La direzione aziendale della Ask ha fatto pervenire un testo di accordo individuale sul tema del lavoro agile che al sindacato, e a noi, è apparso più un manifesto politico che una proposta di mediazione. L’azienda ha sì riconosciuto la possibilità di lavorare da casa ma riservandosi di poterlo revocare senza motivo da un giorno all’altro“. Trancianti i lavoratori:”Una assurdità contrattuale”.
La FIOM Cgil ha portato sul tavolo anche una ricerca dove viene evidenziato come gli impiegati chiedono a larga maggioranza il lavoro agile, su 2-3 giorni settimanali, attraverso una regolamentazione collettiva che lo garantisca come diritto individuale. Insomma lo Smart working è un diritto, non una concessione.
Ma sul tavolo c’è anche la questione dei salari. Dicono all’unisono sindacati e i lavoratori: ”I bilanci aziendali quando descrivono una condizione economica in continuo miglioramento, rendono giustificabili le richieste di aumenti fissi per poter andare incontro alla attuale inflazione”.
Richiesta che , se accolta, darebbe un notevole impulso alle entrate del lavoratore. Perché sommando i vari fattori ne uscirebbe uno stipendio significativamente irrobustito. Lo Smart working infatti consente al lavoratore un risparmio sui suoi personali costi di almeno 600 euro mensili.
Crescono i lavoratori da remoto. Aumenta il telelavoro. Secondo i dati diffusi da Seclan i lavoratori da remoto sono in Italia 3,6 milioni. E le previsioni 2023? È previsto un leggero calo nella PA largamente compensato dall’incremento che si registra nelle grandi imprese.
Ormai il 91% delle grandi imprese italiane applica lo Smart working; 10% in più in un anno. Segno dei tempi. Conferma il Politecnico di Milano: ”Oggi si ripensa il telelavoro in un’ottica più intelligente. Sono messi in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia ma anche flessibilità, valorizzazione dei talenti e fiducia“. In altre parole: efficacia ed efficienza.
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