Società telefoniche, i 5 abusi: roaming estero, attivazioni non richieste…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2013 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA
Società telefoniche, i 5 abusi: roaming estero, attivazioni non richieste...

(Foto Lapresse)

ROMA – Offerte ingannevoli, addebito improprio di traffico dati in roaming all’estero, contributi quando si cambia operatore telefonico, attivazioni non richieste e bollette anche quando si è disdetto un contratto: sono i cinque maggiori abusi delle compagnie telefoniche italiane descritti da Luigi Grassia sulla Stampa.

Gli abusi sono stati segnalati da Vanna Pizzi, avvocato di Federconsumatori, in base alle migliaia di reclami degli utenti.

Primo problema: offerte ingannevoli. Le clausole del contratto saranno pure noiose e spesso poco chiare, ma vanno lette tutte. Se non lo si fa il rischio è di accorgersi tardi che la promozione che si pensava di aver sottoscritto è legata a qualche clausola che comporta costi maggiori.

Secondo problema: addebito improprio di traffico dati in roaming all’estero. Se si ha uno smartphone e si va all’estero, anche restando in Europa, bisogna ricordarsi di disattivare il roaming dei dati. Altrimenti il rischio è di vedersi addebitato il traffico non incluso nel pacchetto valido per l’Italia. La compagnia telefonica ha però un obbligo: deve avvertire in tempo reale l’utente che sta sforando il limite di spesa fissato in sede di contratto. Se la compagnia non avvisa lo sforamento è a suo carico.

Terzo problema: richiesta di contributi quando si cambia operatore telefonico. Il cambio è gratuito, o comunque richiede un costo basso che consiste in un piccolo contributo per le spese vive della compagnia con la quale si interrompe il rapporto. E le spese devono essere dimostrate dalla compagnia stessa, con le pezze giustificative. Qualunque richiesta di forfatit, a volte anche da 70 euro, è illegittima, assicura Pizzi.

 

Quarto problema: le attivazioni non richieste. Ci sono i casi più eclatanti di firme contraffatte su un contratto. In questi casi il responsabile è la compagnia telefonica. Ma anche casi in cui il cliente ha approvato il contratto e poi cambia idea. Se il contratto è stato stipulato fuori dai negozi della compagnia o al telefono il cliente ha diritto di recesso gratuito entro 10 giorni. Il cliente ha anche diritto ad avere una copia scritta del contratto stipulato al telefono. Ma questo diritto non viene rispettato nove volte su dieci.

 

Se si vogliono evitare possibili rischi, per evitare di ricevere offerte telefoniche ci si può iscrivere al Registro delle opposizioni istituito dal Garante della privacy sia online sia contattando il numero verde 800.265.265.

Quinto problema: bollette dopo aver disattivato un contratto telefonico senza passare ad un altro operatore. Dopo aver inviato la raccomandata alla propria vecchia compagnia può capitare di ricevere ancora una bolletta. Ma se la cosa si ripete i clienti non devono pagarle. Nemmeno se a richiedere il pagamento sono aziende di recupero crediti, a cui a volte le compagnie di tlc cedono le bollette.

Come ci si può difendere da questi abusi? Prima di tutto protestando con le compagnie telefoniche. Se non si ottengono risultati ci si può rivolgere direttamente alle associazioni in difesa del consumatore o agli uffici dell’Autorità garante per le telecomunicazioni.