MILANO – Sorgenia, manca ancora un’intesa tra gli azionisti e le banche creditrici sulla ristrutturazione del debito del gruppo elettrico da 1,9 miliardi. Nell’incontro di giovedì 15 maggio tra le parti i creditori non si sono smossi dalla loro posizione: il valore patrimoniale della società è azzerato e dunque la richiesta di Cir e Verbund di vedersi riconosciuta una quota della società a valle del salvataggio (si parla di un 20-30% su cui avrebbero spinto soprattutto gli austriaci) è stata respinta.
Le banche si sono impegnate a presentare a breve una proposta ai soci che ruota attorno a un meccanismo di earn-out, una sorta di premio da accordare a Cir e Verbund in caso di vendita di Sorgenia, per farli partecipare all’eventuale rilancio della società. Ora si tratterà di vedere quali saranno le caratteristiche e le condizioni del meccanismo.
Per mettere in sicurezza Sorgenia, le banche hanno proposto di trasformare 600 milioni di crediti in un convertendo da 200 milioni di euro e in 400 milioni di capitale, attraverso conversione in azioni. L’iperdiluizione a cui andrebbero incontro le quote di Verbund e Cir resta il problema per cui si cerca una contropartita accettabile per i soci.