ROMA – La crisi finanziaria attuale ricorda quella, mondiale, del 2008. Ovvero l’anno del grande disastro. A dirlo è George Soros e viene da chiedersi se non sia l’anno bisestile a essere particolarmente funesto, come suggerisce il proverbio popolare. Il magnate ungherese, a un forum economico in Sri Lanka, ha visto dei punti in comune tra la situazione attuale e quella di ormai 8 anni fa. Scrive Bloomberg:
La Cina sta lottando per trovare un nuovo modello di crescita e la svalutazione della sua moneta non è altro che il trasferimento di problemi al resto del mondo. Un ritorno a tassi di interesse positivi è una sfida per tutto il mondo in via di sviluppo, ha detto Soros, aggiungendo che il contesto attuale ha delle somiglianze con quello del 2008.
Su Huffington Post si legge:
Non è la prima volta che il magnate di Budapest naturalizzato statunitense rivede gli spettri della crisi scatenata dal crac della Lehman Brothers e dalla quale il mondo si sta riprendendo lentamente. Già nel settembre 2011 avvertì che la crisi del debito europeo, e in particolare quello greco, sarebbe stata più grave di quella del 2008. Tutti gli indicatori di volatilità sono in subbuglio. L’indice Chicago Board Options Exchange Volatility, per esempio, è salito del 13 per cento, riporta ancora Bloomberg. La nuova svalutazione adottata dalla Banca Centrale di Pechino ha di nuovo scatenato il panico sui mercati dopo le chiusure in perdita di ieri. E oggi è scattato il blocco automatico delle contrattazioni sia a Shangai sia a Shenzen, proprio come lunedì scorso.