![Del lavoro in fabbrica](https://www.blitzquotidiano.it/wp-content/uploads/2025/02/produzione_industriale_ansa-1024x683.jpg)
(Foto d'archivio Ansa)
SOS politica industriale: l’Europa sta arrancando, è in corso un processo di de-industrializzazione, cade la competitività rispetto agli Stati Uniti , va abbassato subito il costo della energia, basta con i tecnicismi burocratici e ideologici. Tutto è incerto e volatile. E poi c’è un mercato compresso da protezionismi, una società ammaccata dalle tensioni. Questo in estrema sintesi l’allarme lanciato dal convegno promosso in settimana a casa Marcegaglia (“Filiere e Pmi. Sinergie per un ecosistema strategico”) da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con Confindustria Lombardia. Ne è uscito un grido di dolore e forte preoccupazione che non va sottovalutato. Un appello indirizzato alla Politica, una sveglia per i burosauri di Bruxelles.
Produzione industriale in calo
Giù del 3,5%. Lo ha messo in evidenza la padrona di casa, l’imprenditrice Emma Marcegaglia, 59 anni, già presidente di Confindustria (2008-2012) dopo Luca Cordero Montezemolo e prima di Giorgio Squinzi, ceo di Mapei, scomparso nell’ottobre 2019. Oggi la mantovana Emma Marcegaglia è alla testa di un gruppo industriale, leader mondiale della trasformazione dell’acciaio; un colosso di 37 stabilimenti sparsi in quattro continenti con 15mila clienti e un fatturato di 9 miliardi di euro.
La sua voce non passa inosservata. Anzi. Ed Emma anche stavolta si è fatta sentire sottolineando il momento di difficoltà congiunturali ed una caduta di produzione industriale – il secondo anno consecutivo – che ha registrato un mancato incasso stimato in 42 miliardi di euro. E come se non bastasse ora si è aggiunto l’allarme dazi. È vero che il ministro del Mef, Giancarlo Giorgetti, nell’ultimo “question time” al Senato (giovedì 13 febbraio) ha annunciato misure imminenti sul caro bollette spiegando che l’andamento dei prezzi dell’energia e delle bollette “non dipendono dal governo ma da dinamiche estranee,speculative”; ma è altrettanto vero che le tariffe sono aumentate del 21% rispetto all’anno scorso e che si profilano ulteriori rincari nelle prossime settimane devi rincari sui mercati proseguiranno a questi livelli. Allora come uscirne?
La ricetta delle Pmi
Il convegno delle piccole e medie imprese – cioè il 97% delle piccole e medie imprese che rappresentano la base associativa – ha fornito la sua ricetta: fare squadra perché c’è un patrimonio da difendere e rigenerare attraverso gli strumenti delle Filiere, moltiplicando le opportunità di formazione e aggiornamento per facilitare la transizione digitale e quella energetica. “In equilibrio permanente tra identità locale e competitività globale, tra radici e orizzonte”. Teoria interessante ma sul campo basterà?