Sostegni e Ristori, altri 40 mld. Come andare a prenderli, chi li prende. Pure Alitalia... Sostegni e Ristori, altri 40 mld. Come andare a prenderli, chi li prende. Pure Alitalia...

Sostegni e Ristori, altri 40 mld. Come andare a prenderli, chi li prende. Pure Alitalia…

Sostegni e Ristori, operativo l’ultimo Decreto. Ultimo in ordine di tempo e dovrebbe anche essere l’ultimo di una nutrita serie. Mario Draghi presentando il provvedimento ha esplicitamente detto di sperare e confidare sia l’ultima volta che la cassa pubblica debba sostenere così massicciamente l’economia e soprattutto le categorie.

Ultimo Decreto Sostegni dice il premier perché poi sarà “rimbalzo” degli affari, della vita sociale, delle attività. Rimbalzo possibile in un’Italia vaccinata. Insomma l’ultima volta che lo Stato pompa miliardi nei polmoni dell’economia e delle categorie e imprese quasi asfissiate dalla pandemia.

Sostegni e Ristori: altri 40 mld e con quelli del 2020 fanno circa 150

Sono circa 150 i miliardi che lo Stato ha distribuito in un anno come sostegno o ristoro o semplicemente aiuto pubblico. Ben spesi o mal spesi, all’indirizzo giusto o sbagliato, lenti nell’arrivare o più svelto non sin poteva fare, certo 150 miliardi non sono pochi. E sono 150 miliardi tutti italiani, quelli Ue ancora devono arrivare e sono, dovrebbero essere, tutt’altra cosa.

I 150 miliardi italiani (stampati a debito) per tenere in vita aziende e attività, i 200 e passa della Ue all’Italia non per continuare a distribuirli con la stessa logica ma per finanziare e pagare un cambio dei connotati dell’economia (e della società). La distinzione, la differenza è nota e percepita in Italia solo a chiacchiere e spesso neanche a soltanto livello verbale. 

Recovery e Sostegni: confonderli la grande tentazione

L’Italia con la Ue ha firmato un contratto e la Ue con l’Italia ha firmato un contratto: all’Italia 200 miliardi entro il 2026 se entro il 2026 l’Italia cambia fisco, giustizia, mercato del lavoro, legislazione sulla concorrenza. I 200 miliardi della Ue non servono, anzi non  arrivano proprio se la destinazione è simile a quella dei miliardi di Sostegni e Ristori e cioè tenere tutto in piedi come è.

Non l’hanno capito (anche se l’hanno votato) i partiti, non intendono capirlo centri di spesa quali Regioni e Comuni, impossibilitati per autonoma scelta a capirlo i sindacati, riluttante a capirlo l’opinione pubblica, disposte a capirlo le categorie produttive, ma solo se il cambiar connotati riguarda la categoria a fianco. Sarà per Draghi molto difficile, al limite dell’impossibile, guidare un passaggio dalla logica e pratica di Sostegni e Ristori a quella degli Investimenti e Riforme.

A chi gli ultimi 40 miliardi?

Circa 15 miliardi sono sostegni a fondo perduto, cioè soldi pubblici che vanno a chi ha dovuto chiudere o limitare l’attività causa pandemia. Altri 17 miliardi vanno a vario titolo ad aziende e partite Iva. Circa 5 miliardi finanziano l’estensione del blocco dei licenziamenti alla fine di agosto. Non tanti da ricostruire per intero i fatturati perduti. Ma tanti, se sommati a quelli già spesi, da legittimare una persistente fatica d’azienda non però uno generalizzato “siamo in ginocchio e non abbiamo visto un euro”.

Alla necessità di essere sostenuti dallo Stato si sta sommando l’attitudine, l’abitudine ad accollare alla casa pubblica non solo la sopravvivenza ma anche l’inefficienza delle aziende e delle attività. Con il corollario di un lamento scomposto e sproporzionato. Stato ha messo 150 miliardi, forse ce ne volevano 200 ma è falso come un soldo bucato il “siamo rimasti soli”. Quanto al recupero dei fatturati perduti (talvolta magri ma spesso grassi se non obesi), non  è allo Stato che si può e si deve chiedere.

Gettone Alitalia, altri 100 milioni

Sostegni, ne vogliamo negare uno ad Alitalia? Un gettone Alitalia non poteva mancare: altri 100 milioni perché Alitalia ha di nuovo prosciugato la cassa. Un gettone, 100 milioni appena per la “compagnia di bandiera”. In effetti 100 milioni sono poca cosa rispetto ai 12 miliardi che Alitalia è costata finora al contribuente. Cento milioni ad Alitalia che non potevano non esserci ma che non avrebbero dovuto esserci perché è sicuro che non saranno l’ultimo ristoro e sostegno ad Alitalia.

Alitalia vive di ristori e sostegni o non vive. E la scelta più utile e saggia sarebbe la seconda, quella di farla finita con una azienda che sarà un quarto di secolo o giù di lì che non ce la fa. Ma nessun governo italiano ce la fa a farla questa scelta. E i 100 milioni ad Alitalia gettone pre-estivo finiscono di diritto nell’immaginaria rubrica immaginata da un quotidiano italiano dal titolo “Cose che i contribuenti olandesi non vedono l’ora di pagare”.

L’aumento di stipendio ai forestali di Sicilia e Calabria, la pensione a tutti a 62 anni e, se ci scappa, anche prima, l’Agenzia delle Entrate che con solo 300 milioni tappa i buchi di fallita Riscossione Sicilia, i finanziamenti pubblici che il Parlamento ha infilato nel Decreto, tipo i soldi all’agricoltura creativa di chi ficca corna nel terreno per vedere l’effetto che fa…

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