MADRID – Oggi Spagna. Domani Italia? La previsione parte da qui: il nostro Paese è l’unico, tra quelli Ue in crisi, a non aver chiesto aiuto. Se e come questo verrà evitato dipende dall’Italia ma anche dall’evoluzione della crisi spagnola. Per quanto riguarda Madrid, i 100 miliardi concordati per le banche arriveranno a luglio, emessi dal nuovo fondo salva-Stati Esm che entrerà in vigore proprio il mese prossimo. L’Esm, come il Fondo monetario, è un creditore privilegiato: significa che quando presta dei soldi, poi ha diritto di prelazione sugli altri creditori quando deve riottenere il rimborso. Questo vuol dire che gli altri potrebbero non rivedere i loro soldi. E significa anche che da oggi i privati saranno ancora più riluttanti a finanziare il debito iberico. Il tutto, tra l’altro, potrebbe aggravare il debito pubblico del Paese.
Cosa c’entra questo con l’Italia? Semplice, nell’area euro è il Paese più esposto dopo quelli già aiutati (Grecia, Irlanda, Portogallo, ora Spagna). Se i tassi spagnoli si stabilizzeranno dopo i 100 miliardi per le banche, anche quelli pagati da Roma potranno scendere. Nel frattempo potrebbe arrivare anche un accordo europeo sul sistema bancario che potrebbe ulteriormente calmare le acque. Se questo non avvenisse però l’incertezza diventerebbe caos e gli osservatori punteranno ancora di più l’Italia. Moody’s ha già iniziato: “Con gli attuali tassi d’interesse di mercato la posizione di bilancio dell’Italia è probabilmente su un percorso di lungo termine insostenibile”. “Il rapporto fra debito e Pil tende a salire per un periodo prolungato”. Il motivo: assenza di misure per la crescita. Ovvero quel decreto sviluppo che il governo ancora non riesce a varare.