ROMA – ”Sono 32 miliardi’‘ i risparmi attesi dalla spending review nell’arco di tre anni. Lo annuncia il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine del Comitato interministeriale col commissario straordinario, Carlo Cottarelli, e presieduto dallo stesso premier Enrico Letta. Nel dossier firmato Cottarelli l’obiettivo da qui al 2017 è fissato a due punti di Pil.
Il comitato ha valutato e trasmesso al Parlamento le linee guida per aggredire la spesa con tagli selettivi. Il governo conta di recuperare già per il prossimo anno circa 1,5 miliardi. Cifra quest’ultima che non è comunque indicata nel dossier Cottarelli che parla invece dell’opportunità di valutare “in sede politica” risparmi “addizionali” per il 2014 e gli anni a seguire e fissa a 3,6 miliardi i risparmi nel 2015, 8,3 miliardi nel 2016 e 11,3 miliardi a decorrere dal 2017.
”I risparmi di spesa dovranno andare nella maggior parte alla riduzione delle imposte – ha detto Saccomanni – ma anche a investimenti produttivi e alla riduzione del debito”. Ricordando che la revisione della spesa ”è uno dei punti centrali, è un elemento cardine della politica economica del governo”.
Cottarelli aggiunge: “Ci potranno essere delle cose che anticipiamo e che arriveranno prima della fine di febbraio”, quando è previsto il “grosso” delle prime misure per la revisione della spesa. Poi assicura: ”Consulteremo frequentemente le parti sociali” sul processo di revisione della spesa.
Il dossier di Cottarelli, lo abbiamo detto, prevede un risparmio di spesa di circa due punti percentuali di Pil per il biennio 2014-16. Ma anche mobilità del pubblico impiego e classifiche per differenziare i “centri di spesa virtuosi da quelli meno efficienti”.
Il governo, si afferma nel documento di indirizzo che accompagna il programma di lavoro, ha richiesto al commissario della Spesa di coordinare una prima ricognizione tecnica per identificare ”almeno una parte di tali misure entro la fine di febbraio del 2014”. Questa ricognizione, si afferma nel documento, costituirà la base per una revisione del quadro di programmazione della spesa da implementare nella primavera del 2014 nel contesto del nuovoDocumento di Economia e Finanza. Una seconda fase di ricognizione tecnica avrà luogo nel corso del 2014 come input alla legge di Stabilità per il 2015.
La spending review affronterà anche la questione della mobilità nel pubblico impiego ”compresa l’esplorazione di canali d’uscita e rivalutazione delle misure del turn-over”. Previsti corsi di formazione ad hoc per aumentare la flessibilità gestionale dei dirigenti pubblici con l’obiettivo di trasformarli in veri manager della spesa pubblica. ”Sarà studiato un sistema di incentivi finanziari che facilitino la collaborazione dei centri di spesa nella individuazione di risparmi di spesa”.
Sarà la spending review il terreno su cui “si misurerà il successo della nostra azione” – ha detto il premierEnrico Letta – perché la “principale inversione di marcia” decisa dal governo nel 2013 “è stata far terminare quella dinamica che attraverso i tagli lineari ha portato a un intervento non intelligente nel taglio della spesa pubblica”. Parlando al Cnr per le celebrazione del 90esimo anniversario, il presidente del Consiglio ha ricordato che la spesa pubblica “va tagliata, e non solo per le regole contabili: ogni settimana gli uomini e le donne del Tesoro devono andare in giro a vendere il nostro debito pubblico e se non spuntano tassi interesse interessanti noi entriamo in difficoltà. O siamo in grado di essere credibili e di spuntare interessi bassi, o le difficoltà sono insormontabili”.
Per riuscirci “serve dunque una spesa pubblica sotto controllo, ma non con i tagli lineari, senza intelligenza, senza attenzione e senza fare scelte”. Per questo “oggi pomeriggio si istituirà per la prima volta il Comitato dei ministri con Carlo Cottarelli, la persona giusta, con il quale cambierà il verso degli interventi sulla spesa, dando il senso di avere una spesa pubblica sotto controllo facendo tagli dove serve e facendo investimenti dove necessario”.
La spending review, ha concluso Letta, “toccherà molti aspetti, e sarà molto difficile anche politicamente: è più facile il taglio lineare, il 3% a tutti. Altra cosa è entrare nel merito, e per farlo serve la collaborazione di tutti. Su questo si misurerà il successo della nostra azione”.