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Spesa, il paradosso del carrello: compriamo di meno, spendiamo di più, l’inflazione è scesa, non al Supermercato

Spesa, il paradosso, compriamo di meno,spendiamo di più. È l’ultimo paradosso italiano. L’inflazione è rallentata? Non al Supermercato.

La spesa è sempre più cara, le famiglie sempre più al verde. Riassume bene Coldiretti: “Gli italiani sono a dieta forzata”. L’aumento dei prezzi sta divorando i redditi e una fetta dei risparmi. Inevitabilmente sono colpiti i consumi;  le imprese, di conseguenza, ne soffriranno.

I dati ISTAT del quarto trimestre non lasciano dubbi e ci consegnano un quadro preoccupante. Dopo un mese di “ Resistenza “ in cui le famiglie hanno cercato di compensare gli aumenti dei prezzi risparmiando di meno e contenendo il calo dei consumi, a fine anno si sono viste le prime crepe.

A causa dell’inflazione e al non allineamento degli stipendi, il potere di acquisto ha avuto un tonfo del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il reddito disponibile è cresciuto solo dello 0,8% a fronte di una inflazione che negli ultimi 3 mesi dell’ anno è stata costante e a due cifre. Un risveglio da incubo nelle case degli italiani.

TORNIAMO AGLI ANNI ‘70

Analizzando l’andamento dei consumi negli ultimi 30 anni si ritrova una situazione del genere in termini di prezzi. Motivo? Un’ altra tempesta perfetta che dalle fibrillazioni per il Covid ha portato all’infarto causato da guerra e caro-energia. Ma il vero tema e’ più profondo.

Dicono gli esperti, come Albino Russo direttore dell’ufficio Studi Ancc Coop:” Analizzando l’andamento degli ultimi 10 anni si nota che a fronte di un aumento dei costi di produzione, i prezzi al consumo crescono sempre di meno poiché la distribuzione assorbe parte dei costi. Ma, viceversa, tutte le volte che calano i costi di produzione come adesso, i produttori continuano a far lievitare lo stesso i listini”. Dunque per la grande distribuzione colpevoli sono soprattutto i produttori. E invoca l’intervento del governo.

LA NUOVA LISTA DELLA SPESA

Si svuota il carrello. Cala la quantità (- 4,9%), aumenta lo scontrino (+ 7,9%). I primi tre mesi del 2023 i prodotti alimentari hanno registrato una contrazione significativa. A cosa rinunciano gli italiani? Ecco una piccola, emblematica lista: surgelati (-  11,3%), carne ovocaprina (- 17,5%), gelati (- 15,2%), cibi precotti (- 15,2%), ortofrutta (- 5,6%). Per contro sono cresciuti i beni rifugio. Qualche esempio? L’acquisto del pane ha registrato un +2,4%; le uova(+2,4%), la carne di pollo (+ 8,8%),la verdura pronta (+7,2%).

UN CONSIGLIO: VIGILARE SU PREZZI E TARIFFE

È fondamentale. Occorre arginare la speculazione sui beni energetici e alimentari. È inconcepibile che quando i costi di produzione salgono, i prezzi vadano alle stelle;  e quando calano (come in questi mesi) restino alle stelle. Questa, signori miei, non è inflazione. È profitto illegittimo. Servono controlli a tappeto.

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