Occhio, lo spesometro ti segue anche all’estero

Pubblicato il 5 Gennaio 2012 - 10:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Spese pazze all’estero, fatte magari con la convinzione di sfuggire allo “spesometro” nostrano? Potrebbero costare care: l’Agenzia delle Entrate spulcerà tra gli acquisti fatti anche all’estero, direttamente o via internet. Un provvedimento del Fisco datato 29 dicembre 2011 fa sì che saranno coloro che gestiscono i mezzi di pagamento elettronico (e non i commercianti) a inviare all’Agenzia i dati sugli acquisti fatti con carta di credito, di debito o prepagata. La novità non è un semplice spostamento di competenza, ma farà luce sugli acquisti fatti all’estero nonché, attraverso il riepilogo dei Pos, sul volume d’affari degli esercizi commerciali attraverso le carte di credito.

In sostanza chi gestisce le carte di credito, quindi principalmente le banche, dovrà girare all’Agenzia delle Entrate tutti i movimenti non inferiori a 3600 euro, ossia la soglia fissata per legge. Verosimile che faranno altrettanto anche con i movimenti effettuati oltre i confini nazionali. In teoria la norma sullo spesometro riguarda le operazioni rilevanti ai fini Iva e quindi non quelle estere che ovviamente non scontano il tributo italiano. Nei fatti però gli intermediari finanziari potrebbero non essere in possesso delle informazioni necessarie per decifrare il regime Iva di tutte le spese con carta di credito, il che li spingerebbe a comunicare all’Agenzia tutti i movimenti sopra la soglia dei 3600 euro, senza distinzione territoriale.

Se questa comunicazione fosse stata lasciata a coloro che hanno rapporti con il consumatore le operazioni fatte all’estero sarebbero finite, fiscalmente parlando, nel dimenticatoio visto che nessun obbligo dichiarativo può essere imposto a commercianti non residenti. Il trasferimento ai gestori dei mezzi di pagamento comporterà invece una comunicazione a tappeto, anche sulle operazioni estere. Ultima annotazione: il documento è del 29 dicembre scorso ma il Fisco riceverà i dati in questione a partire dal secondo semestre 2011: chi, magari a Natale, si è sfogato all’estero con la carta di credito potrebbe quindi dover fare i conti (salati) con lo spesometro di casa nostra.