ROMA – L’ultima asta di titoli di Stato italiana è andata male, i rendimenti sui Btp a dieci anni sono tornati altissimi, ruotano minacciosamente intorno al 6%, raggiungono perfino il 6,12% all’ora di pranzo. Lo spread con il bund tedesco (per converso macina rendimenti bassissimi, stabilendo nuovi record) è salito oltre i 480 punti. Tasso proibitivi, lo Stato spende tantissimo di interessi per ottenere denaro in prestito. Spread ingovernabile, ricordiamoci che lo stesso Mario Monti aveva posto il punto di non ritorno, la soglia sotto la quale navigare in sicurezza, sotto i 340 punti di differenziale tra i nostri Btp e il bund tedesco. 340 punti uguale al massimo 5% di rendimenti, ovvero tassi sostenibili. Ma le cattive performance del bond italiano si confrontano con la corsa degli investitori spaventati al bund, considerato l’asset di rifugio per eccellenza, scelto anche con la prospettiva di perderci dei soldi pur di non rinunciare alla sua affidabilità. Il bund ha perso un altro 2,2%, attestandosi su rendimenti dell’1,32%, meno della metà dell’inflazione.
Il Tesoro italiano ha collocato oggi Btp a 10 e 5 anni per un totale di 5,732 miliardi su un range di offerta tra 4,5 e 6,25 miliardi. Ne sono stati comprati meno del previsto, spuntando i rendimenti che abbiamo visto. In Spagna è andata anche peggio: lo spread calcolato sui Bonos spagnoli è al livello record di 533 punti per un tasso del 6,65%.
Quando sono stati resi noti i dati delle aste, sul mercato secondario, destinato a tutti gli investitori e non solo quelli istituzionali, immediata è stata la reazione negativa sui titoli di Stato italiani, con quelli a dieci anni che scendono per la quarta sessione consecutiva. Si tratta della serie più lunga di ribassi in più di un mese.