ROMA – Mario Monti si sarà anche scusato con il premier spagnolo Rajoy: mai voluto dare a intendere che lo spread italiano si impenna a causa della crisi spagnola. Eppure i mercati finanziari continuano a dire proprio questo. Altro venerdì di passione nelle Borse. Piazza Affari chiude a -3,4% e quanto a numeri va a braccetto con Madrid, che registra perdite al 3,5%. Parigi finisce la giornata a -2,4% mentre Francoforte chiude a -2,3 per cento. L’altalena spread (italiano) si attesta a 379 punti, ampiamente sopra i famosi 340 punti, ovvero la soglia indicata da Monti oltre la quale scatta l’allarme.
Certo, ci sono anche dati internazionali da mettere nel conto. Nel pomeriggio di venerdì sono arrivati dati deludenti dall’indagine sulla fiducia dei consumatori in America. La seduta era comunque partita male già in mattinata e per un altro motivo, ovvero per i dati piuttosto deboli sulla crescita economica della Cina. Il motore dell’economia mondiale, il Paese che doveva investire in Italia salvandoci dalla crisi (vedi i risultati dell’incontro Monti-Hu Jintao) viaggia a un ritmo del +8,1 per cento su base annua nel primo trimestre. Che per gli standard cinesi è la performance più debole da quai a tre anni.
E questo è il contesto internazionale. Tornando alla Spagna i dati odierni dicono che lo spread tra Bonos e Bund è arrivato a 426 punti con un rendimento dei titoli decennali al 6%. I mercati insomma non si fidano affatto di Madrid e per alcuni precisi motivi. Le banche spagnole sono arrivate a un record non invidiabile: quello di prestiti chiesti alla Banca centrale europea. A marzo sono arrivati a quota 227,6 miliardi di euro, un bell’aumento rispetto ai 152,4 miliardi di febbraio (dati Banco de Espana). La Bce ha appena messo a disposizione un’altra iniezione di liquidità arrivando a un prestito complessivo alle banche europee di 1000 miliardi di euro a tre anni a un tasso dell’1 per cento. Di questa montagna di soldi le banche spagnole hanno incassato ben il 29% del totale. La crisi poi non è solo finanziaria o di speculazione. Il governo di Madrid ha appena chiesto alle banche nazionali di rafforzare il capitale a causa della bolla immobiliare, una piaga iniziata negli anni di Zapatero e che sta aggravando i bilanci bancari con le svalutazioni forzate.
I mercati, quindi, reagiscono con un brusco crollo della fiducia. Non a caso il costo per assicurarsi dal rischio di default della Spagna attraverso i ‘credit-default swap’ è arrivato, sempre venerdì, al record storico di 498 punti sulla piattaforma Cma. Madrid e Roma, i mercati lo dicono, vanno a braccetto. Cade l’una e inciampa l’altra. Spiega lo strategist di Ing Alessandro Giansanti al Corriere della Sera: “Pur essendo messa sicuramente meglio della Spagna e continuando a perdere meno di quello spagnolo, il mercato italiano risente duramente delle pressioni sui Bonos e se la situazione non migliora lo spread Btp/Bund potrebbe tranquillamente tornare a 400 punti base”.