Spread sotto la soglia Monti… Ora che Monti si è dimesso da premier

Da sinistra, Mario Draghi e Mario Monti (Foto Lapresse)

MILANO – Lo spread raggiunge la soglia Monti quando Monti si è dimesso dall’incarico di presidente del Consiglio ed occupa Palazzo Chigi solo per “gli affari correnti” fino alle elezioni di febbraio. Il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi è sceso sotto la soglia Monti: è arrivato a 283 punti base sotto al simbolico “287“, metà dei 574 punti raggiunti nell’ultimo giorno del governo Berlusconi. Era l’obiettivo del premier dimissionario Mario Monti. Un obiettivo ottenuto, però, quando Monti non c’è più.

Mentre lo spread va giù, Monti, Berlusconi e Bersani sono tutti impegnati in campagna elettorale. Tutti lontani, almeno per il momento, da Palazzo Chigi. Il crollo del differenziale è stato aiutato dal sì definitivo del Congresso americano alla legge di bilancio che evita il fiscal cliff. Un successo di Barack Obama e del suo vice Joe Biden che ha risollevato tutte le Borse europee, con Piazza Affari che ha visto l’indice Ftse Mib chiudere al 3,81%.

A placare lo spread italiano hanno aiutato anche le decisioni di Mario Draghi. Il governatore della Banca Centrale Europea ha fatto guadagnare valore ai titoli di Stato italiani con il via libera all’acquisto di bond di Paesi in difficoltà.

Celebrato dal Financial Times come “l’uomo che ha salvato l’euro”, Draghi potrebbe forse ricevere pure il titolo di uomo che ha salvato lo spread. Lui di quello si occupa. Non ha voluto fare il “dinosauro” nel cilindro di Berlusconi, ha scelto di restare un tecnico. Draghi è rimasto a Francoforte. Lo spread è calato. Ma proprio ora che a Palazzo Chigi Monti si è dimesso e lavora con il centro alle prossime elezioni.

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