BRUXELLES – Intesa su meccanismo anti-spread, ricapitalizzazione diretta delle banche e ruolo dei fondi salva Stato. L’accordo è arrivato nella notte, al termine di un vertice Ue tormentato. I leader dell’Eurogruppo “hanno aperto alla possibilità che i paesi virtuosi usino i fondi salva stati Esfs e Esm per riassicurare la stabilità sui mercati”. Ad annunciarlo alle 4 del mattino è stato il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy al termine del vertice Eurogruppo. Poco dopo è arrivato anche il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel, che pure fonti tedesche hanno descritto come “irritatissima” con Rajoy, ma soprattutto con Monti: “Abbiamo raggiunto buoni risultati sugli strumenti Esm ed Efsf, una buona base su cui lavorare”. E con l’apertura dei mercati lo spread tra Italia e Germania è subito calato, abbassandosi di ben 60 punti, raggiungendo quota 420.
Mario Monti alla fine ha commentato soddisfatto: sono state deliberate “misure che mi sembra siano soddisfacenti per la stabilizzazione della zona euro”. Un meccanismo per ridare stabilità all’euro e rassicurare i mercati. Le prime indicazioni che arrivano da Tokyo danno ragione al premier italiano: la moneta unica balza a 1,2530 dollari e a 100,10 yen. Con lo scudo anti-spread, l’Italia spera di evitare “un lunedì nero”.
Mentre con l’apertura sulla ricapitalizzazione diretta delle banche, la Spagna auspica di potere ricevere gli aiuti fino a 100 miliardi di euro per ricapitalizzare i suoi istituti di credito senza fare lievitare il debito pubblico. L’accordo “sarà implementato dall’Eurogruppo a brevissimo termine, entro il 9 luglio”. I paesi che rispettano il patto di stabilità e le raccomandazioni “non dovranno sottostare al monitoraggio della troika”, ma dovranno continuare a rispettare gli impegni presi, ha continuato Monti, precisando che “l’Italia si è molto battuta per queste misure, in particolare per quanto riguarda lo spread, ma non ha intenzione in questo momento di avvalersene”, è “un contributo che potrebbe essere utile in principio all’Italia e ad altri stati”.
L’Italia si è battuta puntando i piedi, non firmando, insieme alla Spagna, il patto sulla crescita: nessun accordo che non contenesse misure per contenere lo spread. Così, dopo le 22.30 di giovedì, van Rompuy parlando per la prima volta ai giornalisti aveva dovuto ammettere le difficoltà, pur smentendo “un veto italiano”: se l’accordo sul lavoro e la crescita era “vicino”, il confronto restava aperto sulla stabilità finanziaria, il debito e le eventuali misure di contenimento dell’oscillazione dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stato decennali.
Ma alla fine le riserve di Italia e Spagna sono state tolte: ad annunciarlo è stato il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, passate le 4 del mattino, al termine del vertice Eurogruppo. “Affermiamo che è imperativo rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito sovrano”, hanno dichiarato i leader in un comunicato letto dal presidente Herman van Rompuy. “Oggi abbiamo concordato qualcosa di nuovo. La prima è che con le decisioni prese, le nostre banche potranno essere presto ricapitalizzate direttamente dal fondo salva Stati, sotto certe condizioni, e potranno avere un’unica sorveglianza, con il pieno coinvolgimento della Bce”, ha spiegato Van Rompuy.
“La seconda, è che abbiamo aperto alla possibilità che i paesi che si comportano bene usino il fondo Efsf-Esm per assicurare i mercati”. “Non c’è per ora nessuna decisione di aumentare” le risorse in dotazione al fondo salva-Stati, che servirà da ora anche a raffreddare gli spread – ha precisato Monti -, ma “c’è uno sblocco mentale per quanto riguarda un utilizzo flessibile del fondo”. Sull’ipotesi di trasformare il fondo Esm in banca, consentendogli di accedere alla liquidità della Bce, il premier Mario Monti ha spiegato che “tutte le ipotesi sono in campo, ma non è stato oggetto di discussione oggi”. La Bce – spiegano intanto i leader dell’Eurogruppo in una nota – ha dato il via libera a fare da “agente per i fondi Efsf ed Esm nel condurre le operazioni di mercato”.
L’accordo prevede che i paesi “virtuosi” sotto la pressione di spread “eccessivi” possano usufruire dell’acquisto di una parte dei loro titoli di Stato da parte dei fondi di salvataggio dell’Eurozona (l’Efsf e il suo successore permanente, l’Esm), senza per questo doversi sottoporre a condizioni aggiuntive rispetto agli impegni già presi con la Commissione e l’Eurogruppo nell’ambito delle cosiddette raccomandazioni “country specific”, che applicano il “Semestre europeo”, il Patto di stabilità e la “procedura sugli squilibri macroeconomici”.