È sempre fondamentale essere informati su ogni possibile procedura stabilita dall’INPS per non perdere i propri contributi in ottica pensione.
Laddove possibile, bisogna evitare la perdita dei contributi, e per far ciò è fondamentale informarsi, monitorare regolarmente la propria posizione contributiva e agire tempestivamente in caso di anomalie o dubbi. Il problema è assai diffuso: tanti lavoratori italiani hanno già fatto i conti con contributi persi o inutilizzabili. I motivi? Non sono così difficili da intuire…
Purtroppo, capita ancora di frequente che il datore di lavoro non versi i contributi dovuti, mettendo così il lavoratore in condizione di perdere i diritti previdenziali associati a quei contributi. Per far sì che ciò non accada, il dipendente deve agire legalmente contro il datore di lavoro, tenendo conto che i contributi non versati o non reclamati entro un certo periodo possono cadere in prescrizione. Di conseguenza, il loro recupero diventa impossibile.
L’altro problema comune riguarda i contributi non utilizzabili. Alcuni versamenti contributivi potrebbero non essere utilizzabili ai fini della totalizzazione, del cumulo o della ricongiunzione. Ed è per questo che si disperdono: vengono in pratica persi tutte le volte che l’INPS non riconosce la loro restituzione.
Capita anche di incappare in errori nella registrazione o nella gestione delle pratiche previdenziali, ed ecco perché diventa assai importante imparare a controllare periodicamente il proprio estratto conto contributivo, in modo da verificare che i contributi siano stati accreditati.
Bisogna stare attenti soprattutto allorquando si siano versati contributi in diverse gestioni. In questo caso, formalmente, è sempre possibile richiedere la totalizzazione per unificare i periodi contributivi. La ricongiunzione dei contributi da INPDAP a INPS è un processo ormai istituzionalizzato che permette di unificare i versamenti obbligatori (effettuati dal datore di lavoro nei confronti dell’ente previdenziale o dal lavoratore stesso, in caso di lavoro autonomo) relativi a diverse gestioni per ottenere una pensione unica. Una procedura fondamentale per non perdere i contributi accumulati.
La domanda deve essere presentata all’INPS. Si può fare comodamente online, fornendo tutta l’opportuna documentazione. Innanzitutto va presentato l’imponibile degli ultimi dodici mesi prima della domanda, diviso per le settimane che si vogliono ricongiungere. Bisogna ovviamente segnalare con chiarezza tutti i periodi di contribuzione obbligatoria, volontaria, figurativa e riscattata.
Per quanto riguarda il calcolo, l’aliquota contributiva è al 33%. Si tratta dunque di moltiplicare l’imponibile medio per il numero di settimane che si vuole riunire e per il 33%. Una simile procedura ha però un costo. L’esborso dipende da questioni anagrafiche, dalla collocazione temporale dei contributi da recuperare e dal numero totale di anni da ricongiungere. Volendo, si può anche chiedere una rateizzazione.
Per ciò che invece concerne i tempi della procedura di ricongiunzione dei contributi, presentata la domanda, ci vogliono almeno due mesi di attesa. L’INPS chiede infatti sessanta giorni per poter analizzare la situazione e verificare i calcoli. Entro centottanta giorni dalla data della domanda, l’istituto provvederà a comunicare all’interessato l’esito della richiesta, con tutte le altre informazioni utili. E cioè l’importo da pagare e l’eventuale piano di rateizzazione dei costi.
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