“Basta con gli sprechi”: Merkel, Sarkozy e Cameron vogliono tagliare le spese dell’Ue

Pubblicato il 19 Dicembre 2010 - 16:54 OLTRE 6 MESI FA

Germania, Francia e Gran Bretagna dicono “basta” agli sprechi dell’Unione Europea: secondo Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e David Cameron è arrivata l’ora che le istituzioni comunitarie mettano un freno agli aiuti nei confronti dei Paesi aderenti. I tre leader hanno espresso ufficialmente la propria posizione attraverso una lettera, come riportato da Giorgio Offeddu in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.

La missiva, spiega Offeddu, “chiede il congelamento «in termini reali» fino al 2020 del bilancio dell’Unione Europea, a causa della crisi e in nome dell’austerità”. Inoltre “lo fa in una forma che più ufficiale non si può: il documento è stato reso pubblico ieri dall’Eliseo, dopo che per lunghe ore si era vociferato di un «accordo segreto» intorno a una proposta iniziale del britannico Cameron”. Infine, “questa richiesta viene formalizzata senza che nessuno dei cinque leader abbia consultato formalmente la Commissione europea, organismo che ha competenze ben precise in materia: uno strappo notevole per l’etichetta comunitaria, nella forma e nella sostanza”.

Naturalmente la proposta non è stata accolta positivamente da tutti i Paesi membri dell’Ue, soprattutto quelli per cui gli aiuti europei rappresentano una sorta di “boccata d’ossigeno”, come ad esempio l’Italia. Spiega infatti Offeddu che “l’Italia e altre nazioni non hanno condiviso, e non hanno firmato il testo: fonti diplomatiche italiane hanno parlato di un’iniziativa «inopportuna» , aggiungendo un sì al «rigore finanziario» ma anche un no a «tagli indiscriminati» , e ad operazioni che interferiscano platealmente con i poteri della Commissione.

Altri Paesi ancora, come la Polonia, stanno poi esprimendo giudizi di tenore furibondo”. Una reazione, sottolinea Offeddu, giustificata da motivi concreti: “per Paesi come la Polonia o altri «nuovi soci Ue» , il bilancio europeo — 143 miliardi di euro all’anno, 1,04 per cento del Pil complessivo dell’Unione— è importante anche politicamente, oltre che economicamente”.

Offeddu racconta anche i retroscena della posizione assunta da Germania, Gran Bretagna e Francia, che sarebbe una sorta di “baratto” tra i tre Paesi: “Dietro i documenti ufficiali ci sono però anche le schermaglie di posizione, i negoziati coperti: nei corridoi di Bruxelles si dice che la Gran Bretagna abbia ottenuto un «sì» alla stretta di cinghia sul bilancio Ue (si vorrebbe probabilmente agganciarlo al tasso di inflazione) dopo aver dato il suo «nulla osta» ai fondi agricoli particolarmente cari a Francia e Germania”.