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Stanze studenti, effetto Covid: gli affitti universitari crollano del 149%

Aumenta del 149% la disponibilità di stanze per studenti rispetto al 2019. Il motivo è uno solo: la pandemia.

Stanze studenti, per colpa dell’epidemia da Covid 19 gli affitti universitari crollano del 149%.

Il mercato degli affitti, anche quelli delle case in condivisione, ne esce stavolto. I dati sono del centro studi di Immobiliare.it: impressiona il dato di Milano, con un +290% di disponibilità di stanze rispetto ad appena 12 mesi fa.

Gli appartamenti però si svuotano da Nord a Sud. Bologna segna +270% di camere sfitte, Padova +180%, Firenze +175% e Torino +108.

Più vario il mercato di Roma che si ferma al +130% e Napoli, +100%. Pisa invece, che tra università statale e scuole di alta specializzazione è un polo universitario importantissimo, registra l’incremento minore, +12%.

Calano i prezzi delle stanze

I prezzi delle stanze in affitto sono fermi o addirittura in calo: e questo sarà un sollievo per molti, che – soprattutto a Milano – arrivavano a pagare anche 700 euro per un posto letto.

Alcune città registrano una variazione in negativo: in particolare Bologna e Palermo, dove si risparmierà fino al 9% rispetto al 2019 e Siena, dove chi cerca un posto letto potrà contare su un ribasso medio del 12%.

Quanto costa una stanza in media

Milano si conferma la città più cara in cui vivere da fuori sede, nonostante i prezzi delle stanze studenti singole siano rimasti praticamente fermi a quelli del 2019 (565 euro al mese la media).

Per un posto in doppia si spende qualcosa in meno: circa 345 euro con un ribasso del 7%. Roma, seppur con costi decisamente inferiori, è la seconda più cara: qui vengono richiesti in media 438 euro per una singola e 287 euro per un posto in doppia.

Seguono Bologna e Firenze dove per affittare una singola sono necessari circa 400 euro. Sotto la soglia dei 400 euro si trovano poi Venezia – dove per una singola la cifra media è media 358 euro – Napoli (338 euro la singola) e Torino (330 euro). 

Domanda destagionalizzata

Boom dell’offerta e prezzi per ora fermi, ma cosa succede invece alla domanda di stanze studenti? Con una crescita su base nazionale del 18% e picchi che raggiungono o superano il 25% a Milano, Firenze e Bologna, il fenomeno che emerge è quello di una destagionalizzazione delle richieste.

Negli anni scorsi ad agosto domande e offerta si erano già incontrate e praticamente saturate, mentre quest’anno si rileva un mercato attivo ancora alla vigilia della riapertura degli atenei, segno che si sta temporeggiando in attesa di capire gli scenari che si prefigurano con l’epidemia.

Uno ‘choc’ sul mercato

I dati post-Covid sulla disponibilità di stanze da affittare ad universitari e lavoratori nei grandi poli di studio italiani sono stati “impressionanti: con un aumento fino a 4 voltrispetto agli scorsi anni; l’offerta complessiva segna un +300%“, con un eccesso rispetto alla domanda a livello nazionale del 149%. Uno choc “mai visto prima”.

“Quando abbiamo fatto le rilevazioni per un attimo abbiamo pensato che fosse un errore”. Lo stupore è di Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it, che riflette con l’AGI sullo scossone che la pandemia ha dato al mercato degli affitti.

Le novità potrebbero ripercuotersi su tutto il sistema, ma, in una situazione di volatilità come quella di oggi,si potrebbe anche facilmente tornare ai livelli di prima.

Riavvolgiamo il nastro: l’8 marzo il lockdown improvviso, “molti sono rientrati nei loro territori d’origine, una scelta dovuta ad un senso di protezione ma anche alla possibilità di risparmio. Per i lavoratori lo smartworking ha portato a un cambio di domicilio.

Alcuni hanno scelto la via dell’interruzione breve del contratto di affitto, in attesa di notizie prima dell’estate”. Ci si è trovati quindi con uno “stock vuoto a luglio-agosto, e immobili praticamente tutti liberi”.

Questo il punto di partenza:negli anni scorsi infatti “le persone che lasciavano la stanza per la pausa estiva erano circa il 10%. Quest’anno i proprietari hanno accettato l’interruzione, ma non si aspettavano l’incertezza fino all’inizio dell’autunno e un mancato ritorno prima di settembre”.

 Ed è così che “il +300% offerta si è scontrata con un 150% domanda e si è creato il divario”. 

In autunno col vaccino una lenta ripresa?

Le prospettive per il futuro? “Non è un mercato che ha abbandonato l’interesse, ma semplicemente si trova in una situazione temporanea in cui non si incontrano domanda e offerta”.

Cosa sbloccherà la situazione? “Se arriva il vaccino a novembre la cerniera si chiuderà“.

Osserveremo allora una curva a V, in cui il primo braccio è sceso vertiginosamente e il secondo vede una lenta nella risalita.

Un calo generale dei prezzi degli affitti, soprattutto a Milano dove il mercato era diventato inarrivabile se comparato agli stipendi medi italiani sarebbe “auspicabile”, secondo il top manager, anche perché “la situazione non è più sostenibile”.

“Con il boom di Milano si era poi verificato un fenomeno per cui due gruppi di domanda si erano sovrapposti, quello degli studenti e quello dei giovani lavoratori, di fatto creando una ‘corsa alla stanza’”.

Ma un vero calo dei prezzi – prevede Giordano – “avverrà solo se ad autunno inoltrato, cioè se a novembre, non si troveranno inquilini”. 

Anche perché la capacità abitativa non si può ampliare: “Soprattutto a Milano, ci sono 600 mila case e non si può aumentare perché la superficie, perché è tutta costruita”. 

Secondo l’ad non c’è dubbio: l’abbandono del rientro non è nei progetti definitivi né degli studenti né degli universitari, dopo questo periodo di sospensione. Con il ritorno a scuola “c’è già percezione movimento, e proprietari più aperti alla trattativa”.

Lo si nota già dalle ricerche sul sito: “A fine agosto l’interesse degli inqilini è tornato in movimento” sulle modalità pre-lockdown” (fonte: Agi).  

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