Statali, nei concorsi per i dirigenti conteranno di più scritto e orale, meno i titoli (max 40%) Statali, nei concorsi per i dirigenti conteranno di più scritto e orale, meno i titoli (max 40%)

Statali, nei concorsi per i dirigenti conteranno di più scritto e orale, meno i titoli (max 40%)

Statali, nei concorsi per i dirigenti conteranno di più scritto e orale, meno i titoli (max 40%)
Statali, nei concorsi per i dirigenti conteranno di più scritto e orale, meno i titoli (max 40%)

ROMA – Cambiano i criteri di valutazione nei concorsi per selezionare i dirigenti degli uffici pubblici e dei ministeri. Peseranno di meno, questo il senso della riforma, i titoli “di carta”, e cioè lauree, dottorati, master, meriti di carriera, pubblicazioni scientifiche e abilitazioni professionali.

Conteranno di più, invece, i voti presi durante l’esame, prova scritta e colloquio orale. La revisione annunciata dal nuovo decreto  – ne rivela le linee guida Il Messaggero – firmato dal ministro Marianna Madia punta a far sì che i punteggi non vengano troppo massimizzati dai titoli, che dovranno contare al massimo per il 40% del punteggio totale.

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Nei concorsi, almeno secondo il format classico – che può variare a seconda dell’amministrazione – si va da un minimo di 120 punti a un massimo di 300, suddivisi in tre prove, due scritti e un colloquio orale. Come detto, nella valutazione finale del concorso gli esami sono decisivi, ma la fetta numerica che spetta al curriculum non è trascurabile. Entrando nel dettaglio, a titoli accademici, come lauree specialistiche o dottorati di ricerca, possono essere attribuiti massimo 50 punti.

Un’altra dozzina viene conteggiata con le abilitazioni professionali, ma solo a queste due condizioni: che sia stato superamento un esame di Stato e che siano attinenti alle materie trattare dalle prove d’esame. Altri otto, invece, possono essere attribuiti a chi ha firmato pubblicazioni scientifiche. Gli altri 50 punti – che portano alla soglia massima del 40% – sono dedicati ai meriti sul lavoro, ossia i titoli di carriera. (Sonia Ricci, Il Messaggero)

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