Statali: la “vacanza contrattuale” ha già “rubato” 3000 € agli impiegati

Statali: la "vacanza contrattuale" ha già "rubato" 3000 € agli impiegati
Statali: la “vacanza contrattuale” ha già “rubato” 3000 € agli impiegati

ROMA – Statali: la “vacanza contrattuale” ha già “rubato” 3000 € agli impiegati. Il prolungamento della “vacanza contrattuale” (Gianni Trovati sul Sole 24 Ore) fino al 2017, cioè il congelamento dei rinnovi contrattuali e dei trattamenti individuali nel pubblico impiego, è la fotografia del sacrificio  imposto ai dipendenti statali, che in 5 anni hanno subito un taglio reale del 10,5%. La conferma per il quinto anno del blocco degli stipendi continua ad erodere le buste paga. Per un impiegato ministeriale, i mancati aumenti del 2000/2014 costano quasi 3 mila euro: per un dirigente può valerne 21 mila. I mancati aumenti riguardano, tra statali e famiglie, circa 6/7 milioni di persone.

La Legge di Stabilità conferma uno status quo che da emergenziale è diventato permanente, e non esclude che il blocco contratti possa durare fino al 2017. Prendiamo un impiegato ministeriale medio: guadagna poco meno di 27500 euro lordi, ha perso nel bienni 2000/2012 2 mila euro per mancati aumenti, 411 euro nel 2013, rinuncerà ad altri 411 nel 2014. Fanno 2879 euro, suscettibili di raggiungere 4003 euro se lo stop 2015/2016 fosse confermato. Più si scalano le gerarchie lavorative, più il conto si fa salato: quasi 9 mila euro per un dirigente di seconda fascia, 19 mila per un dirigente top. I professori universitari perdono tra i 4500 e 9500 euro. I medici del SSN rinunciano a 7500 euro. La media finale nel pubblico impiego esprime una decurtazione effettiva del 10,5%  che salirà al 14,6% se i contratti non riprenderanno a camminare prima del 2017.

Il sacrificio è permanente, perché le norme escludono espressamente ogni possibilità di recupero di quanto perso alla ripresa dei rinnovi. Ma a rendere “eterna” la sforbiciata sono anche i suoi effetti sugli assegni previdenziali, in particolare per chi va in pensione in questi anni: chi si avvicina all’uscita oggi ha circa la metà della pensione calcolata con il sistema retributivo, e sconterà sull’assegno circa l’80% del costo complessivo del blocco.

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