L’Italia dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro Paese. Il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, interpellato da Bloomberg , risponde alle critiche della premier italiana Giorgia Meloni.
“Si tratta di un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in l’Italia”, ha dichiarato.
“Se non vuoi che i veicoli elettrici progrediscano, devi solo fermare gli incentivi” ha detto Tavares. “E’ ovvio che il governo italiano sta facendo questo. Il mercato dei veicoli elettrici in Italia è molto, molto piccolo. E’ la diretta conseguenza del fatto che il governo italiano non incentiva l’acquisto di veicoli elettrici”.
Tavares, ha indicato in Mirafiori, dove viene prodotta la 500 elettrica, e Pomigliano le fabbriche italiane i cui posti di lavoro sono più a rischio.
“Incentivi per 950 milioni di euro per sostenere la filiera automobilistica e lo svecchiamento del parco auto e moto. Un impulso alla nostra economia e al nostro sistema industriale. Tra le novità principali c’è l’incremento del contributo massimo per la rottamazione di un veicolo Euro 4 o inferiore, che passa da 5.000 a 13.750 euro”. Così il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, a margine del tavolo sull’automotive tenutosi al Mimit.
Più dura la la presa di posizione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine del tavolo sull’automotive.”Se quest’anno l’obiettivo” di aumentare la produzione di auto “non sarà raggiunto le risorse del fondo automotive saranno indirizzate non più a sviluppare i consumi, ma a incoraggiare nuovi investimenti produttivi nel nostro Paese, anche per incentivare una seconda casa automobilistica a produrre in Italia”.
“Questo è un anno sperimentale”, ha detto Urso, ricordando come l’obiettivo sia aumentare la produzione di auto nel nostro Paese per colmare il gap tra auto prodotte a livello nazionale e immatricolate.
“L’80% degli incentivi dati negli anni precedenti – ha sottolineato – sono finiti ad auto prodotte all’estero, anche da Stellantis, importate e immatricolate in Italia. Questo non è più possibile”.
“Basta con le chiacchiere, Meloni fa la faccia dura con Stellantis ma non ha una strategia e il governo si presenta all’azienda con il cappello in mano. Continuano a minacciare di non dare più incentivi ma Stellantis continua ad utilizzarli senza rispettare condizionalità Serve una svolta”. Lo dichiara in una nota Elly Schlein. “Tavares ha lanciato una sfida, il governo la raccolga e non faccia cadere la provocazione dell’Ad di Stellantis. Si prenda sul serio l’ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese”.
“Siamo al minimo sindacale, gli incentivi sono uno strumento non in grado di risolvere i problemi strutturali che sono legati alle prospettive produttive degli stabilimenti italiani. Ci aspettavamo un piano articolato, sia da parte del governo, sia da parte di Stellantis e invece non è stato detto nulla. La situazione è davvero preoccupante, anche alla luce di voci uscite in queste ore, sull’eventualità che il gruppo potrebbe decidere di scendere da 4 a 3 stabilimenti in Italia”. Così Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino, commenta l’esito del Tavolo automotive.
“Le lavoratrici e i lavoratori sono sconcertati. A Torino diciamo che si continua a bamblinare, a perdere tempo, mentre bisognerebbe accelerare su un progetto per Mirafiori.