Stipendi manager, tetto a 238mila euro ma solo per i presidenti (tutte donne)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Aprile 2014 - 12:37 OLTRE 6 MESI FA
Stipendi manager, tetto a 238mila euro ma solo per i presidenti (tutte donne)

Stipendi manager, tetto a 238mila euro ma solo per i presidenti (tutte donne)

ROMA – Stipendi manager, tetto a 238mila euro ma solo per i presidenti (tutte donne). Nella partita delle nomine delle società pubbliche con i cda in scadenza di Matteo Renzi, l’accento è stato posto su una maggiore attenzione alla parità di genere (spiccano le quattro donne presidente di Eni, Enel, Poste e Terna) e sulla riduzione degli stipendi la cui soglia massima è stata fissata a 238mila euro, cioè non un euro di più della retribuzione del Presidente della Repubblica.

Emma Marcegaglia, Patrizia Grieco, Luisa Todini e Catia Bastioli hanno tutte quante accettato le condizioni retributive fissate dal tetto contro gli 1,6 milioni di Giuseppe Recchi (presidente uscente dell’Eni) e gli 1,1 milioni di Paolo Colombo (Enel). Che, però, non si applica automaticamente anche ai manager operativi, agli amministratori delegati.

Per loro, alla testa di società a controllo pubblico ma quotate in Borsa (o che emettono obbligazioni) vale la regola di un taglio del 25% (ma senza tetti). Nel frattempo, i manager usciti  sconfitti dalla giostra delle nomine possono comunque trovare motivo di consolazione con buonuscite a parecchi zeri: Paolo Scaroni, ex ad di Eni veleggia sugli 8 milioni (fonte L’Espresso), Fulvio Conti ex di Enel 6,4 milioni, Flavio Cattaneo di Terna 2,4 milioni, Alessandro Pansa di Finmeccanica 2,4 milioni. Tutti hanno utilizzato lo steso escamotage per rimpinguare la buonuscita, come spiega Luca Pagni su Repubblica:

Hanno aggiunto all’incarico di amministratore delegato, che è stato rinnovato per tre anni (due volte dai governo Berlusconi e una volta dal governo Prodi) quello di direttore generale. Per il primo si prende un compenso stabilito per il lavoro svolto, più eventuali bonus. Ma senza ulteriori tutele. L’incarico di direttore generale, invece, è legato al contratto nazionale dei dirigenti e prevede pertanto una buonuscita, a compensare il fatto che i manager possono essere licenziati.