Per molti contribuenti, gli stipendi di dicembre potrebbero essere più alti del previsto: arriva il contributo una tantum sul cedolino.
Il Governo Meloni sta ragionando sulla possibilità di incrementare gli stipendi di alcuni lavoratori e di molti pensionati con un contributo speciale previsto per dicembre 2024. Non un nuovo bonus né una maggiorazione definitiva ma un anticipo di risorse che dovrebbero comunque spettare per legge ad alcuni contribuenti, anche se solo a partire dal gennaio 2025.
Un regalo in un certo senso interessato. Il Governo conta infatti di poter ottenere un doppio importante risultato. Da un lato, si vuol dar forma a incentivo alle spese natalizie, con soldi extra oltre alla tredicesima che lavoratori e pensionati potrebbero poi investire in regali e consumi. Dall’altro lato, si tratterebbe di un escamotage fiscale, per poter anticipare al 2024 alcuni miliardi di spesa che altrimenti finirebbero a bilancio il prossimo anno appesantendo la manovra finanziaria.
I soldi per l’aumento negli stipendi di dicembre dovrebbe quindi arrivare da una voce di spesa già prevista. Fondamentalmente si potrebbe procedere anticipando a dicembre alcuni contributi, così da toglierli dal bilancio 2025. Per capire di quali contributi si tratta, bisogna partire dalle pensioni e dal meccanismo dell’adeguamento all’inflazione reale. Ogni anno, in maniera automatica, le pensioni degli italiani si adeguano al costo della vita seguendo una stima fatta dall’INPS rispetto ai dati forniti dall’ISTAT sull’inflazione dell’anno precedente. In presenza di un aumento dei prezzi, si procede a rimborsare i pensionati con un conguaglio a partire dal primo gennaio.
Anche se di norma il conguaglio per l’adeguamento all’inflazione viene pagato a gennaio (sotto forma di bonus Befana), come già avvenuto lo scorso anno, il Governo Meloni potrebbe spingere per pagarlo con la mensilità di dicembre. L’anticipo finirebbe così per incrementare gli stipendi dell’ultimo mese dell’anno di alcuni lavoratori e gli assegni dei pensionati.
Si può fare. E, in teoria non dovrebbero esserci impedimenti: anche se l’inflazione nel 2024 è rimasta relativamente sotto controllo, di certo una piccola rivalutazione sarà presa in considerazione. Da qui potrebbe arrivare l’incremento straordinario (che come abbiamo visto, in realtà, è un adeguamento previsto per legge) interpretabile come supporto aggiuntivo prima delle festività natalizie.
Non tutti i pensionati hanno diritto alla rivalutazione completa. Possono avere qualcosina coloro che percepiscono un assegno mensile inferiore a quattro volte il minimo, che equivale a circa 2.100 euro lordi). In questo senso, applicando una rivalutazione dell’1,6% sull’importo base di 598,61 euro, l’assegno potrebbe lievitare di poco meno di 10 euro (per la precisione 9,57 euro). Di conseguenza, l’assegno toccherebbe cifra pari 608,14 euro. In previsione si parla di 1,6%, e non del 2,7% com’è stato nel 2024, ma la perequazione potrebbe essere differente.
Anche i lavoratori dipendenti possono aver diritto a questo aumento nel cedolino di dicembre, a condizione che abbiano un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro e un coniuge non separato e almeno un figlio a carico (oppure se sono genitori single con almeno un figlio a carico). L’aumento può arrivare fino a 100 euro. A confermare l’idea che l’esecutivo possa muoversi in questa direzione è stato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, che ha annunciato l’anticipo (e il probabile potenziamento) dell’aumento una tantum.
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