Stipendi: quante tasse e prelievi ci sono davvero in busta paga

di Riccardo Galli
Pubblicato il 6 Marzo 2017 - 12:40| Aggiornato il 20 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Stipendi: quante tasse e prelievi ci sono davvero in busta paga

Stipendi: quante tasse e prelievi ci sono davvero in busta paga (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Stipendi al plurale, stipendio lordo e stipendio netto: fratelli ma per nulla gemelli. Quante tasse e prelievi ci sono davvero in busta paga? Sicuri di saperlo? Ecco i numeri reali su due stipendi tipo.

Primo stipendio, quello di un lavoratore dipendente a reddito medio basso. Lordo pari a 1.791 euro. Netto pari a 1.298 euro. Tra il loro e il netto ci sono 323 euro che il dipendente paga di Irpef e di addizionali locali (le tasse vere e proprie). E inoltre 170 euro che il dipendente paga di tasca sua di contributi previdenziali.  Quindi tra lordo e netto ci sono 493 euro di differenza. Tasse e prelievi a diretto carico del lavoratore.

Ma tasse e prelievi su questa busta paga non sono finiti qui: il datore di lavoro paga altri 566 euro di contributi. Portando il prelievo complessivo a 493 più 566 uguale a 1.059 euro. Quindi il lavoratore a reddito medio basso percepito (1.300 al mese netti) costa circa 2.350 euro (poco meno del doppio). In busta paga e intorno alla busta paga anche se non si vedono c’è un altro stipendio in prelievi e tasse.

Se saliamo di reddito, andiamo nella busta paga di un lavoratore dipendente a reddito medio (1.709 euro netti al mese) ecco cosa succede. Il lavoratore paga di Irpef e addizionali 539 euro più 236 euro di contributi. Totale 775 euro. Infatti la sua retribuzione lorda è di 2.484 euro (1.709 più 775 trattenuti come usa dire, alla fonte).

Anche qui però c’è un altro prelievo che non si vede, quello in contributi a carico del datore di lavoro pari a 729 euro. Quindi tasse più contributi fa prelievo complessivo 775 più 729, cioè 1504 euro. Ancora una volta un prelievo praticamente pari allo stipendio netto di 1.700 euro al mese. (Il costo complessivo di questo lavoratore è quindi di circa 3.200 euro al mese).

Quindi, cifre alla mano, un lavoratore dipendente costa di fatto due stipendi a chi lo impiega, ma di questi due stipendi il lavoratore ne vede netto in busta uno. L’altro va in tasse e contributi. E’ così largo il cosiddetto “cuneo fiscale” tra la retribuzione effettiva del lavoro dipendente e il costo del suo lavoro che quasi inosservata, pochissimo percepita e spesso perfino negata è la concreta diminuzione della ampiezza della forbice. Grazie agli 80 euro in più (non più bonus ma diventati strutturali per i redditi medio bassi) e al calo della tassa chiamata Irap (una delle tante sulle aziende), imprese e lavoratori hanno pagato nel 2016 14 miliardi di tasse e contributi.

Non sono bruscolini 14 miliardi ma nessuno se ne è accorto davvero (un po’ perché non fa comodo accorgersi di una diminuzione di tasse). Perché anche pietroni sotto forma di miliardi non colmano l’abisso che c’è tra retribuzione reale e costo del lavoro.