Stop a soldi pubblici per il "falso pecorino". Coldiretti vince la sua battaglia

ROMA – Niente piu' soldi pubblici al 'falso pecorino'. La Coldiretti ha finalmente vinto la sua battaglia. La Simest, la export bank controllata dal ministero dello Sviluppo economico, cede le quote di partecipazione in Lactitalia, societa' che produce in Romania con latte rumeno pecorini e caciotte che fanno concorrenza alle aziende del vero made in Italy.

L'annuncio e' giunto oggi, al termine di una massiccia manifestazione promosso a Roma dall'organizzazione agricola a difesa del made in Italy e contro l'italian sounding, il cui emblema e' proprio il pecorino prodotto in Romania, finanziato da soldi italiani e commercializzato con nomi e immagini che evocano l'italianita'.

A scendere in campo e' stato lo stesso ministro Corrado Passera che in una direttiva inviata il 9 marzo alla controllata Simest, ribadiva ''l'assoluta necessita' di contrastare e evitare la pratica dell'italian sounding (il falso made in Italy) da parte di imprese che, per le proprie iniziative di internazionalizzazione, usufruiscono di un supporto pubblico''.

Direttiva subito recepita dalla Simest, che riguardo al dossier Lactitalia, ha annunciato di ''aver portato a conclusione la procedura di partecipazione alla societa', dalla quale e' uscita con la cessione delle quote''.

La Coldiretti ha quindi vinto la battaglia, portata avanti insieme alle associazioni dei consumatori, 2215 i comuni, 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunita' Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere, che denunciavano da tempo le operazioni di sostegno dell' 'Italian sounding'. ''Finalmente ha vinto il buonsenso, e' un grande risultato della nostra mobilitazione – ha detto il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – una vicenda incredibile si e' chiusa positivamente''.

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