ROMA – Arriva in commissione attività produttive la proposta di legge della maggioranza Lega-M5S che limita a sole 8 domeniche all’anno l’apertura degli esercizi commerciali. Di fatto la norma abroga quella introdotta da Monti che lascia totale libertà agli esercizi. Agli enti locali il compito di definire il piano delle aperture straordinarie: consentite solo le domeniche di dicembre e ulteriori quattro domeniche o festività nel corso dell’anno.
Più morbida la proposta M5s: “Massimo 12 festività all’anno”. Stessa disponibilità invece – ma c’è tempo per le limature e le conversioni a U del caso – per quanto riguarda il commercio online. La chiusura domenicale rappresenterebbe – è la contestazione di +Europa oltre all’arretramento nelle libertà di impresa – un regalo alle multinazionali dell’e-commerce, per questo la nuova norma prevede limiti ad hoc: si potrà acquistare di domenica, ma la lavorazione dell’ordine e quindi la consegna, sarà differita ai giorni feriali.
Una linea che nei mesi passati era stata annunciata da parte di entrambi i vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e che ha trovato una sponda negli ambienti vicini alla Chiesa, oltre che tra i piccoli commercianti; critiche se non contrarie invece da sempre, la grande distribuzione e le associazioni dei consumatori.
La commissione attività produttive di Montecitorio ha infatti incardinato un pacchetto di provvedimenti, tra cui quelli a firma della presidente della commissione e deputata leghista Barbara Saltamartini e dell’attuale sottosegretario allo sviluppo economico Davide Crippa (M5S), che fissano una serie di paletti alla possibilità di tenere aperte le saracinesche per gli esercizi commerciali. “Tuteleremo – assicura Michele Dell’Orco, sottosegretario pentastellato ai Trasporti – chi lavora nei centri commerciali e i piccoli negozianti distrutti dalla grande distribuzione”.