Stop soldi ai partiti: 2 per 1000 e detrazioni. Beppe Grillo: “Inganno di Letta”

Stop soldi ai partiti: 2 per 1000 e detrazioni. M5S: "Inganno di Letta"
Stop soldi ai partiti: 2 per 1000 e detrazioni. M5S: “Inganno di Letta”

ROMA – Stop soldi ai partiti: 2 per 1000 e detrazioni. Beppe Grillo: “Inganno di Letta”. La sorpresa di Enrico Letta sullo stop al finanziamento pubblico ai partiti è, tecnicamente, un regalo riciclato, un ddl approvato alla Camera e arenatosi in Senato. Letta ha voluto anticipare la “sorpresina” annunciata da Renzi e smentire le accuse di immobilismo di Beppe Grillo: ma cosa c’è scritto esattamente nei commi recuperati del vecchio disegno di legge, è vero come già si agitano i grillini, che si tratta di un “inganno a norma di legge”?

Di nuovo c’è che agenzie terze controlleranno i bilanci dei partiti: l’obbligo di certificazione esterna, secondo Letta, “renderà impossibile si torni agli scandali degli anni scorsi”. I commi cui si riferisce l’ex capogruppo 5 Stelle Vito Crimi, con cui intende smascherare la mossa di Letta, riguardano invece la detrazione d’imposta sulle donazioni liberali (ddl A.S. 1118, art. 11 comma 2), la detrazione d’imposta al 75% sulla formazione politica organizzata dai partiti (art. 11, comma 3), il 2 per mille della dichiarazione dei redditi destinato al finanziamento privato ai partiti (art. 12, comma 1).

Detrazione d’imposta sulle erogazioni liberali. Sulle erogazioni liberali (i contributi in danaro volontari da parte dei singoli o delle aziende) il comma in questione stabilisce una detrazione ai fini fiscali del 37% e del 26%. Secondo Crimi e i 5 Stelle quelle percentuali rappresentano una distrazione di risorse dal gettito complessivo e quindi si tratta di finanziamento pubblico. La quota non detraibile, tuttavia, è a carico dei contribuenti, è finanziamento privato: la quota detraibile funziona come incentivo.

Detrazione d’imposta al 75% sulla formazione. Questa detrazione accordata ai partiti rappresenta effettivamente per tre quarti un contributo statale, come rileva Crimi. Il partito organizza un corso, per esempio: se costa 1000 euro, il 25% lo paga lo studente, il resto, il 75% lo paga lo Stato. La formazione, poi, storicamente ha sempre rappresentato un cavallo di Troia per accedere a fondi pubblici: laddove i corsi di formazione non sono accuratamente selezionati e indirizzati servono più ai formatori che ai formati.

Contributo del 2 per mille della dichiarazione dei redditi. Anche qui, secondo la logica abolizionista totale dei 5 Stelle, si ha buon gioco nell’affermare che essendo le somme già versate e contabilizzate nel gettito fiscale in vista della copertura, una diversa destinazione, il 2 per mille di destinazione massima sul gettito complessivo ai partiti, rappresenta una forma alternativa di finanziamento pubblico. E’ importante segnalare che Letta ha chiarito come l’inoptato (cioè chi sceglie di non destinare nulla ai partiti) resterà nelle casse dello Stato (diversamente da quanto succedeva per l’8 per mille a favore di Chiesa e altre religioni).

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