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Economia

Strategie estreme di risparmio: “Un anno intero senza shopping”

Fare a meno dello shopping per un anno intero ed essere più felici (e meno poveri). Sui social torna di moda lo stile di vita morigerato.

Quando si parla di shopping s’intende quell’attività fondamentale per la società contemporanea (definita appunto dei consumi) basata su acquisti di beni indispensabili o superflui. E in Italia siamo appunto abituati a riferirci a due categorie di spesa. Ci sono le spese necessarie (cibo, affitto o mutuo, bollette, trasporti, farmaci e visite mediche, vestiti adatti alla stagione), le uniche che possono affrontare le famiglie a reddito basso. E poi ci sono le spese accessorie (serate al ristorante, hobby, svago, vacanze, abiti firmati, gadget e dispositivi tecnologici non essenziali, arredi e decorazioni per la casa), che spesso definiscono il potere e l’influenza sociale di una determinata fascia della popolazione.

Da un lato appare profondamente ingiusto che così tante famiglie siano costrette, ogni mese, a rinunciare a tutto ciò che non appare immediatamente indispensabile o funzionale… Ma, dall’altro lato, diventa anche sempre più complicato capire quanto realmente importante o soffi sfacente possa essere l’avere accesso a certi beni accessori.

Si risparmia per necessità. Ma il tagliare le spese non dovrebbe essere inteso solo come una privazione. Come insegnavano gli antichi filosofi cinici, la rinuncia porta con sé diversi vantaggi. Il primo, e più evidente: il risparmio economico. Ma è possibile guadagnarci anche altrimenti. Svincolarsi da certi bisogni indotti significa innanzitutto alleggerirsi da numerosi pesi apparenti, ricominciare a badare al sodo e a investire su valori più costruttivi.

Un anno senza shopping per sentirsi meglio, la sfida della tiktoker

La tiktoker Mia Westrap ha acquistato ampia notorietà pubblicando alcuni video in cui racconta com’è cambiata la sua vita dopo aver deciso di rinunciare allo shopping. Mia è una dottoranda ventiseienne del Regno Unito che ha voluto provare a vivere per un anno intero senza cedere allo shopping: faticava ad arrivare alla fine mese e così ha cominciato a tagliare tutte le spese superflue. Piano piano si è accorta che questa decisione l’ha aiutata a sentirsi meglio, e non solo in senso economico.

Un anno senza shopping per sentirsi meglio, la sfida della tiktoker – blitzquotidiano.it

Mia, in uno dei suoi video, racconta di provenire da una famiglia povera che ha fatto dei sacrifici per poterla mandare all’università. Dopo la laurea, pur avendo trovato subito lavoro, si è accorta di non riuscire a gestire il denaro: indipendentemente da quanto veniva pagata, a fine mese finiva sempre in rosso. Il motivo? Spendeva troppo per cenette, weekend, uscite con gli amici, libri e vestiti.

La ragazza ci tiene poi a sottolineare di essersi sentita spesso a disagio anche moralmente, perché spinta a frequentazioni di luoghi, persone e situazioni che non le piacevano davvero. La frenesia consumistica l’aveva cambiata: l’aveva resa più stressata, meno contenta e, soprattutto, sempre insoddisfatta.

Cuoricini e critiche: il modello Mia è condannabile?

E così le è venuta l’idea di provare a vivere rinunciando allo shopping superfluo, per almeno un anno. Oggi compra solo cose necessarie, ovvero cibo al supermercato e vestiti di ricambio. L’unica spesa extra riguarda il cinema: una o due volte al mese, Mia si concede un film, ma si porta gli snack da casa e risparmia così sui popcorn.

Cuoricini e critiche: il modello Mia è condannabile? (Foto: TikTok @miawestrap) – blitzquotidiano.it
@miawestrap Replying to @Jess it takes sacrifice but its so worth it 🤍 #nobuyyear #emergencyfund #personalfinance #budgeting ♬ original sound – Mia Westrap

Non mangia più fuori casa, non ordina cibo a domicilio, beve solo acqua e non parte per viaggi, weekend fuori e vacanze. Ha rinunciato anche ai servizi di streaming e ai vari abbonamenti che aveva sottoscritto. E così si sente più serena. “La mia vita è più semplice“, racconta in un video. “Inoltre, questa decisione mi ha aiutato a costruire relazioni più significative. Mi sento più libertà e indipendente“.

La maggior parte dei follower sostiene la tiktoker: in tanti celebrano il suo esempio e il suo modello di vita. Altri la criticano, ricordandole che per tantissime famiglie non c’è nulla di così esaltante nel tirare fino allo stremo la cinghia. Non bisogna tuttavia accanirsi. Che le nuove generazioni sviluppino una sensibilità maggiormente critica nei confronti del modello consumistico è solo un bene.

Giuseppe Franza

Napoletano che vive e lavora a Roma. Scrivo per professione e diletto. Ho collaborato con varie riviste culturali e siti online, corretto bozze ed editato o riscritto libri. Mi piacciono la filosofia medievale, i film horror anni ’70 italiani e la musica krautrock.

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