Crisi, Strauss-Kahn: “La Ue preoccupa, ma stop alla formula guadagni privati e perdite pubbliche”

Pubblicato il 8 Dicembre 2010 - 18:13 OLTRE 6 MESI FA

Dominique Strauss Kahn

Preoccupazione per la crisi Ue e un monito: “Stop a guadagni privati e perdite pubbliche”. Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn spiega: ”Dobbiamo districarci dal circolo disastroso dei guadagni privati e delle perdite a carico dell’intera società. Quando arriverà  la prossima crisi, dobbiamo essere pronti. Non possiamo attenderci che i contribuenti ancora una volta paghino il conto”.

”Abbiamo bisogno di una supervisione – spiega Strauss-Kahn – che non abbia paura di dire no agli interessi forti. Abbiamo bisogno di una cornice macroprudenziale per monitorare i rischi sistemici. Abbiamo anche bisogno di meccanismi di risoluzione, sia a livello nazionale sia a livello cross-border, che consentano alle società che stanno per fallire di essere chiuse a costi minimi per i contribuenti e che mettano fine al too-big-to fail o too-important- to fail”.

Secondo Strauss-Kahn è quindi essenziale uscire dal ”circolo disastroso del privatizzare i guadagni e socializzare le perdite. Quando arriverà  la prossima crisi, dobbiamo essere pronti. Non possiamo attenderci che i contribuenti ancora una volta paghino il conto: è per questo che il settore finanziario dovrebbe farsi carico di una parte dei costi che le prese di rischio impongono sull’economia. E’ per questo che il Fmi ha proposto una tassa sulle attivita’ finanziarie, anche se finora senza successo”.

”La situazione in Europa resta preoccupante e il futuro è più incerto che mai: dobbiamo iniziare a ricostruire le strutture di governance”. Strauss-Kahn, sottoline come nell’area della riforma del settore bancario ”non ci stiamo muovendo abbastanza velocemente. La riforma delle regole è solo uno dei pilastri, Gli altri due sono la supervisione e i meccanismi di risoluzione della crisi”. ”Le esperienze di Grecia e Irlanda rivelano la necessità di strumenti di risoluzione. Ritardi nel rafforzare la supervisione e nel creare efficaci meccanismi di risoluzione possono portare alla prossima crisi”.