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Stress test Bce, alle 12 il verdetto. Mps e Carige rischiano bocciatura

di Emiliano Condò |26 Ottobre 2014 10:33

Mario Draghi (foto LaPresse)

ROMA – L’ora della verità è fissata per mezzogiorno. Sotto esame ci sono ben 131 banche europee di cui 15 italiane. E a mezzogiorno di oggi, 26 ottobre, la Banca Centrale Europea renderà note le pagelle: quali banche sono promosse, quali bocciate. Ovviamente non a valutazione soggettiva della Bce, ma con il criterio oggettivo dei cosiddetti “stress test”. 

In particolare, come spiega su Repubblica Carlotta Scozzari, la Bce

ha seguito un doppio binario: una valutazione della qualità degli attivi come da fotografia di fine 2013 (asset quality review o Aqr) e una misurazione della tenuta dei bilanci in condizioni di base e in uno scenario avverso (i cosiddetti stress test).

Sulla base di questi dati la Bce redigerà una prima pagella . Pagella che, almeno nel caso delle banche italiane, non sarà definitiva. Perché a quel punto toccherà alla Banca d’Italia una piccola “correzione” basata su eventuali misure correttive messe in atto dalle banche in questione nel 2014.

Di indiscrezioni su promossi e bocciati, in questi giorni, ne sono circolate diverse. Tutte però da prendere con le molle. Prima di tutto perché la stessa Bce ha invitato a diffidare. Qualsiasi risultato diffuso prima delle 12 non sarà risultato ma mero pronostico di analista più o meno accreditato. Senza considerare che in materia di banche diffondere allarme sulla base di risultati presunti è reato.

Di banche italiane che attendono con qualche pensiero l’esito dei test comunque ce ne sono. Mps e Carige, per esempio. Due Istituti che hanno ricapitalizzato in modo pesante nell’anno in corso: 5 miliardi l’istituto senese, 800 milioni Carige.

C’è poi la questione della Banca Popolare di Vicenza. Repubblica si lancia in un pronostico:

Chi potrebbe essere stata bocciata dalla Bce ma salvata da Bankitalia è la Popolare di Vicenza che, con un tempismo perfetto, ieri ha fissato in maggio la data per la conversione in capitale di un prestito da 253 milioni. La conversione, ha spiegato il presidente Gianni Zonin

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