ROMA – Svizzera. La “bustarella” tra privati si scarica dalle tasse. A proposito di affari, la confederazione elvetica si dimostra di gran lunga il paese più avanzato quanto a pragmatismo. Lo dimostra il rapporto con le tangenti: una bustarella tra privati non solo non è reato ma è deducibile dalle tasse. Bisogna solo dimostrare che senza “determinate operazioni non potevano essere portate a termine”. Figurarsi che la tangente al funzionario pubblico è reato solo dal 1999.
Scelta cinica o solo pragmatica, appunto, non sapremmo dire. Tuttavia è interessante rilevare anche la disparità di trattamento tra corrotto e corruttore. Lo spiega bene il deputato Fulvio Pelli, membro della Commissione finanze del Parlamento di Berna, interpellato da Franco Zantonelli per Repubblica:
Semmai è il corrotto che può incorrere in una querela, se si dimostra che, accettando una mazzetta, ha danneggiato la propria azienda. Quello che rischia è una denuncia per il reato di amministrazione infedele.
Infatti il corruttore non solo la fa franca ma viene premiato con la deducibilità fiscale.