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Casa. Tagliati l’anno prossimo i rimborsi del Fisco

di admin |28 Ottobre 2011 15:32

foto Lapresse

ROMA – Saranno tagliate le agevolazioni fiscali a chi ha speso soldi per recuperare la facciata di una casa o di un palazzo, oppure a chi ha fatto interventi per diminuire gli sprechi energetici, installando per esempio nuove porte e finestre. Insomma, chi ha svuotato il portafoglio e ha schivato la tentazione di spendere un po’ di meno non facendosi dare la fattura, non potrà più contare sull’aiuto del Fisco.

Era del 36% il bonus fiscale per chi decideva interventi di recupero edilizio di case di abitazione e parti comuni di edifici residenziali; del 55% per chi faceva fare lavori che riducevano la dispersione termica degli edifici o ne miglioravano l’efficienza energetica (quindi, oltre a porte e finestre, installazione di pannelli solari, sostituzione di vecchie caldaie, rifacimento dei riscaldamenti…).

I bonus consistevano in detrazioni d’imposta spalmate su dieci anni. Il taglio alle agevolazioni colpirà anche retroattivamente: anche chi ha cominciato a detrarre i costi delle ristrutturazioni dal 2003, non solo i contribuenti che cominciano a farlo adesso. Lo ha confermato in un’interrogazione parlamentare il sottosegretario all’Economia Bruno Cesario.

Il problema è che il governo deve trovare 4 miliardi nel 2012 e 20 miliardi nel 2013 riducendo le agevolazioni fiscali e gli interventi assistenziali: è previsto nella manovra già approvata, e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha dato un anno di tempo al Parlamento per decidere se fare tagli selettivi. Ma se Camera e Senato non decideranno nulla, per calcolo elettorale o perché semplicemente si va a votare prima, avverranno i temuti tagli lineari: 5% indiscriminato su tutte le agevolazioni nel 2012 e 20% nel 2013.

Nel calderone delle 480 detrazioni – che costano all’Erario 160 miliardi di euro – finirebbero quindi anche i bonus del 36% e 55% per ristrutturazioni e risparmio energetico. Il rischio boomerang per il bilancio dello Stato è grande, in questo caso. Queste agevolazioni sono state un successo che ha contribuito all’emersione dal “nero” di larghe fette del settore edilizia, incentivando a dichiarare al fisco i lavori. Hanno promosso il recupero dei centri storici e degli edifici abbandonati senza far spendere una lira ai Comuni. Hanno aumentato l’efficienza energetica di appartamenti e palazzi facendo calare la domanda nazionale di luce e gas.

E’ chiaro che, vedendosi tagliare le agevolazioni, chi ha in mente di fare lavori di ristrutturazione avrà la forte tentazione di non dichiarare nulla al Fisco, soprattutto se ha in mente di spendere centinaia e non decine di migliaia di euro (i bonus sono calcolabili su una cifra massima di 48 mila euro). Lo Stato, per colpa di un Parlamento che non riesce a decidere, si prenderebbe un uovo oggi per trovarsi senza gallina domani.

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