Il taglio di 25 punti base da parte della Banca Centrale Europea (BCE) ha portato una serie di effetti significativi sull’economia. La riduzione del costo del denaro, che porta il tasso sui depositi al 3,50%, ha conseguenze positive per famiglie, imprese e lo Stato, sebbene i risparmiatori potrebbero subire perdite sui depositi e sui titoli a tasso variabile. I principali beneficiari di questo taglio sono coloro che hanno bisogno di accedere al credito, in particolare per l’acquisto di una casa o per investimenti aziendali.
Il taglio dei tassi BCE ha un impatto diretto sul costo dei mutui, offrendo un sollievo a circa 3,5 milioni di famiglie con mutui in corso. I tassi d’interesse sui prestiti bancari, sia per l’acquisto di immobili che per le imprese, stanno calando, favorendo una riduzione significativa delle rate mensili. Secondo la Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), chi sottoscrive oggi un mutuo a 25 anni per 200.000 euro potrebbe risparmiare oltre 70.000 euro rispetto al 2023, pari a una riduzione del 19,3%. Anche per chi ha mutui a tasso variabile ci sono vantaggi: l’Euribor a un mese è sceso al 3,54% rispetto al 3,90% di inizio anno. Tuttavia, il tasso fisso rimane più conveniente nel medio-lungo termine, con il tasso medio intorno al 3,20%. Questi tagli ai tassi rendono più accessibile l’acquisto di case e incentivano gli investimenti.
La riduzione dei tassi da parte della BCE non ha benefici solo per le famiglie e le imprese, ma anche per lo Stato. Il costo del debito pubblico, che negli ultimi anni era aumentato fino al 3,76%, sta ora diminuendo. L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha stimato un risparmio di tre miliardi per il 2024, con la possibilità di arrivare a sette miliardi nel 2025 se la BCE proseguirà con ulteriori tagli. Questo ridotto onere finanziario darà allo Stato maggiore flessibilità nelle future leggi di bilancio, favorendo una gestione più sostenibile delle risorse pubbliche.
Per i risparmiatori, il taglio dei tassi BCE comporta una riduzione dei rendimenti sui depositi bancari e sui titoli a tasso variabile. Dopo gli aumenti degli scorsi anni, i tassi sui depositi vincolati avevano raggiunto il 3,6%, ma con il nuovo ciclo di tagli i rendimenti potrebbero ridursi ulteriormente. Anche i possessori di bond, come i CCT e i BTP Italia, vedranno un calo delle cedole. L’impatto maggiore si farà sentire sui bond aziendali, influenzando anche gli investimenti in fondi obbligazionari. In sintesi, mentre chi ha necessità di credito trarrà benefici, i risparmiatori dovranno affrontare rendimenti più bassi sui loro investimenti.